Castello di Roccascalegna: Storia e Turismo. Scopri il Castello di Roccascalegna, un simbolo storico e turistico in Abruzzo.
Il castello di Roccascalegna: una vista incantevole sulla valle
Un castello che si erge su una roccia. Isolato e anche un po’ misterioso. Sembra quasi una favola. Invece siamo in Abruzzo. E più segnatamente a Roccascalegna. Piccolo paese di poco più di mille anime della valle del fiume Sangro, in provincia di Chieti.
Roccascalegna è divenuta ormai famosa per il suo castello, capace di richiamare turisti anche da fuori regione. Facendo registrare un notevole incremento di visitatori negli ultimi anni. L’antica costruzione aveva una funzione difensiva e risale ad un’epoca databile tra il XIV e il XV secolo.
Castello di Roccascalegna: Storia e Turismo
In questo periodo ci fu infatti l’ampliamento di una torretta di origine longobarda. Ci sono dei resti di mura normanne risalenti già al XII secolo. Nel 1577 venne costruita anche la cappella del Santissimo Rosario. Il castello nel corso della sua storia è stato un bene di proprietà di diverse casate nobiliari.
Fu feudo degli Annechino dal 1450 al 1530 all’incirca, dei Carafa dal 1531 al 1600, dei De Corvis dal 1600 al 1717, dei Nanni e infine dei Nanni-Croce che rimasero dal 1806 fino al 1980. Successivamente passò nelle mani del comune.
La costruzione è stata oggetto di una lunga opera di restauro, avvenuta nel corso degli anni novanta e conclusasi nel 1996. Dalla sommità del castello si apre una vista sconfinata su tutta la valle del Rio Secco.
Le leggende sul castello di Roccascalegna
Sul castello aleggiano anche antiche leggende. La più celebre è quella del barone Corvo De’ Corvis, che riguarda il famoso ius primae noctis. Dal 1646 il barone pretese di imporre questa legge. Così tutte le donne del paese erano obbligate a trascorrere con lui la prima notte di nozze. Questo fino a quando il barone non cadde in una trappola fatale: un marito travestito da sposa sorprese l’uomo e lo accoltellò.
De Corvis venne gettato giù dalla rupe e con la mano insanguinata lasciò una sua impronta su una roccia. L’impronta è stata visibile fino al 1940, quando quelle mura furono vittima di un crollo.
L’accesso al castello è collegato al centro storico del piccolo paese. Dopo aver percorso le viuzze del borgo, dalla chiesa di San Pietro si sale progressivamente attraverso scalette e terrazzamenti scavati proprio nella roccia. Sulla porta d’accesso si trovano i resti del ponte levatoio. Oltre alla torre di guardia, chiamata “Torretta”, ci sono anche la “Torre del carcere” e la “Torre del forno”.
All’interno di queste strutture sono state allestite delle mostre. Sono esposte armature d’acciaio, armi e anche strumenti di tortura che venivano utilizzati all’epoca. Sembra di essere tornati nel medioevo. Invece siamo a Roccascalegna.
di Daniele Rossi