Le tre facce della violenza: Bullismo e violenza di genere
BUSSI SUL TIRINO – La violenza racchiusa in tre facce. Che seguono tutto il percorso di sviluppo della nostra vita. Dall’infanzia, passando per l’adolescenza. Per arrivare infine all’età adulta. Questa l’analisi tracciata all’interno del libro “Le tre facce della violenza”. La presentazione dell’opera ha fatto tappa a Bussi sul Tirino, presso il Parco Degli Alberetti. L’evento è stato curato dall’associazione culturale “Parla la persona”, presieduta da Maria Derna D’Angelo.
Collaborazione di padre e figlia
Si tratta di un’opera scritta a quattro mani da Francesco e Noemy Longobardi. Padre e figlia, che attraverso la loro analisi vanno alla ricerca delle cause di una grande piaga sociale come quella della violenza. Violenza minorile, ma anche violenza di genere. «Viviamo in un periodo storico in cui si vanno affermando gli antivalori. – spiega Francesco Longobardi – Per questo motivo ho sentito il bisogno insieme a mia figlia Noemy di raccogliere in un libro dieci anni di esperienza come supporto psicologico di vittime, carnefici, bulli e bullizzati. Cercando di poter dare un contributo per contrastare questa tendenza all’isolamento e per aiutare donne e ragazzi a superare il falso sentimento di vergogna che li intrappola nell’anemia sociale».
Riflessioni sulla crisi familiare e l’incertezza giovanile
La riflessione condotta all’interno dell’opera ha posto l’attenzione anche sulla crisi della famiglia moderna. Genitori in difficoltà nell’esercitare la loro autorità. E giovani sempre più vittime del disorientamento. Che può portare a situazioni di disagio sociale: «Il concetto di devianza giovanile è sempre più diffuso negli studi che si riferiscono alla delicata fase adolescenziale, caratterizzata dalla ricerca di identità. Che pone i giovani in una situazione delicata, tra normalità di comportamenti civili e rischi di condotte illegali», sottolinea Longobardi.
Il ruolo dell’associazione “Medea” nella lotta contro la violenza
Grande esperienza sul campo per Longobardi come presiedente dell’associazione “Medea”.Una realtà che opera su tutto il territorio nazionale, attraverso sportelli di ascolto psicologico per il bullismo e la violenza sulle donne. Proprio la tematica del bullismo è stata posta al centro del dibattito: «Il bullismo non è affatto nuovo, ma oggi nell’epoca del web ha assunto anche la forma del cyberbullismo, una pericolosa variante che può avere correlazione anche con il fenomeno delle baby gang», ha proseguito l’autore. L’associazione “Medea” già due anni fa ha messo in piedi il progetto “Emozioniamoci. Diamo un calcio al bullismo”.
Iniziativa positiva e valore dell’esempio
Si tratta di un’iniziativa che è stata capace di coinvolgere più istituti scolastici del territorio. Scuola e sport infatti rappresentano un binomio vincente nella lotta contro questo fenomeno sempre più in ascesa. Seguendo anche il prezioso esempio dell’atleta paralimpico Andrea Silvestrone, prematuramente scomparso nel corso di quest’anno. Anche lui era entrato a far parte di questo progetto, facendosi portatore dei valori dello sport. E attraverso la sua storia di coraggio è stato capace di lanciare un messaggio profondo alle nuove generazioni.
di Daniele Rossi