La Sindrome del Tunnel Carpale, affrontata da Umberto Scotti, Chirurgo plastico e vascolare, guida questa esplorazione dedicata alla diagnosi e alle terapie efficaci per migliorare la funzionalità della mano.
Cos’è la sindrome del tunnel carpale?
È una patologia molto diffusa, che determina problemi importanti, riducendo la funzionalità della mano nella quotidianità.
Anatomia e insorgenza della sindrome
Come insorge questa sindrome? A livello del polso, sul lato del palmo della mano (faccia volare) passano tendini, vasi e nervi, contenuti in guaine e strutture molto ben congeniate. In particolare, sulla parte del palmo della mano (prossimale, ossa del carpo) vi è un canale, tunnel carpale, creato da una fascia, detta legamento trasverso del carpo, trasversale all’andamento del braccio. L’elemento interessato in questo caso è il nervo mediano, che dal midollo del rachide cervicale, arriva fino alla mano, distribuendosi alle dita centrali.
Implicazioni e sintomi
Esso, passa al di sotto di questa fascia, adagiato sul carpo. Il tessuto nervoso è complesso e delicato, ha funzioni importanti e, purtroppo è abbastanza vulnerabile. L’attività ripetuta della mano, (specie in alcuni mestieri), predisposizioni personali, alcune patologie ecc, portano ad un ispessimento del legamento trasverso del carpo, che quindi “stringe” progressivamente in nervo, in una morsa. Questo determina sintomi come: dolori ed alterazioni della sensibilità notturni, molto fastidiosi, fino a situazioni insopportabili giorno e notte. Avendo presente cosa determina il problema, risulta chiara la soluzione: liberate il nervo dalla morsa della fascia che stringe!
Importanza della diagnosi precoce
È molto importante fare una corretta diagnosi ed agire per tempo.
Infatti, il nervo parte dal collo, e non è detto che il problema sia il polso, magari un problema alla cervicale da sintomi simili (sempre per sofferenza del nervo). Inoltre se si perde tempo, il tessuto nervoso si deteriora ed anche risolvendo la causa, non si riprende la normale situazione precedente.
Diagnosi ed esami
L’esame più importante per fare diagnosi è l’elettromiografia, che studia la conduzione nervosa, e quindi individua la sofferenza del nervo il livello e l’entità. Le terapie possono essere mediche (vari trattamenti e/o infiltrazioni che cercano di ridurre la flogosi cronica e lo spessore della fascia) ma, soprattutto chirurgiche. Infatti una terapia chirurgica mininvasiva ( sezione del legamento trasverso del carpo e lisi/liberazione del nervo) permette di risolvere la causa e, a seconda del danno già avuto dal nervo, recuperare tutto o in parte.
Approccio chirurgico moderno
Attualmente si è passati da interventi in anestesia con infiltrazione alla ascella e fasciatura del braccio, con ampia incisione e liberazione di tutte le diramazioni nervose, ad una piccola incisione, in anestesia locale, con sezione di minima della fascia, e liberazione del nervo con spazio sufficiente per una buona collocazione. Viene descritta, e da noi provata, una tecnica endoscopica, che prevede una incisione più alta sul polso e trasversa, ma non rappresenta un reale vantaggio, ha maggiori costi (strumentario) e maggiore rischio di ematomi per il minore controllo della emostasi.
Riassumendo: corretta e tempestiva diagnosi, cura mirata prima possibile, validi risultati. Chirurgia mininvasiva ambulatoriale.
di Umberto Scotti – Chirurgo plastico e vascolare