Scarabocchiare è come giocare
Significato nascosto degli scarabocchi: Interpretazioni grafologiche
La parola ghirigoro, di etimologia incerta, è oggi usata raramente come sinonimo di scarabocchio. Ghirigoro è un termine aulico e ricercato, che già pronunciandolo contiene una bizzarria di suono, evocando un capriccioso e rocambolesco intreccio di linee fatte con strumenti scrittori. Si vedano gli originali ghirigori, di tanti miniritratti, che la regina di Prussia Luisa di Meclemburgo-Strelitz soleva tracciare quando diceva annoiarsi.
E’ un esempio ricco di tanti simboli grafologici che qui decifreremo.
Ripetere lo stesso scarabocchio contribuisce a rassicurarci e gratificarci perché migliorandone di volta in volta la resa il gioco visivo finale ci appaga esteticamente. Il riempire il foglio con disegni, schizzi o anche con la nostra firma (azione frequente negli adolescenti) rispecchia un’esigenza di affermare la nostra personalità.
Scarabocchiare figure umane è sempre legato a un’urgenza di rappresentarci, in un bisogno di autovalorizzazione soprattutto quando tracciamo figure del nostro sesso; nel disegno di visi, inoltre, vi è spesso una richiesta implicita di rassicurazioni sul nostro aspetto.
Quando si disegnano più figure umane o folle si esprime un forte desiderio di relazione con gli altri, ma anche un’eccessiva preoccupazione per il giudizio altrui.
Una figura umana arricchita di molti particolari (gioielli, acconciature e vari ornamenti) è segnale di eccessiva preoccupazione per la propria immagine, per questo è molto frequente in disegni e scarabocchi dell’età evolutiva.
Nel ghirigoro della regina Luisa l’orientamento dello sguardo dei personaggi, significativamente rivolto a sinistra, è indice di un forte legame al passato e anche di una richiesta di appoggio familiare. Quando i profili di volti sono invece rivolti a destra rivelano apertura verso il mondo ed estroversione.
La bocca simboleggia l’accesso al nutrimento fisico, affettivo e della comunicazione con il mondo esterno. Quando è assente o tratteggiata in modo poco visibile (come nel ghirigoro della regina Luisa) segnala carenze affettive o impossibilità comunicative.
Ghirigori e Stickman: Messaggi Nascosti
E le stilizzate silhouette degli stickman cosa ci suggeriscono?
Queste simpatiche figurine svelerebbero l’esigenza di anonimato e un bisogno di tenere gli altri a distanza, soprattutto quando sono prive di particolari del volto.
Vagare in libere associazioni su materiale scrittorio spesso ci conduce alla creazione di figure immaginarie che aprono sconfinate possibilità interpretative da decifrare in modo completo solo interrogando chi le ha prodotte. Il disegno spontaneo, infatti, come salutare forma di regressione, assume un’importanza fondamentale durante alcuni percorsi di psicoterapia.
In sintesi il ghirigoro della regina Luisa di Meclemburgo-Strelitz presenta segnali contradditori: desiderio di aprirsi al mondo ma anche ansietà, segnalata dal riempimento della massa di inchiostro sul bianco del foglio e timore, probabilmente legato ad una forte influenza della famiglia di origine e a qualche trauma della sua infanzia.
All’età di sei anni, Luisa perse la madre, morta nel dare alla luce la sua ultima figlia, anch’essa non sopravvissuta; l’esperienza lasciò nella bambina un ricordo indelebile, avrebbe spesso voluto donare i pochi spiccioli che si ritrovava in tasca agli altri bambini che avevano vissuto l’esperienza di simili perdite, affermando: lei è come me, non ha la madre. Il periodo dello scarabocchio risale poi alla perdita della sua prima bimba, nata morta il 1º ottobre 1794. Nove bimbi sani seguirono questo parto in rapida successione, sebbene due morissero nell’infanzia. (da notizie su wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Luisa_di_Meclemburgo-Strelitz)
In attesa del prossimo mio contributo sul linguaggio dello scarabocchio, vuoi sapere qualcosa su un tuo scarabocchio?
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Monica Ferri (grafologa)
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