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Giannina Milli (alias Miller), l’improvvisatrice teramana della redenzione italiana.

Era Giannina Milli: Un Ritratto Affascinante

“Era Giannina Milli di giusta statura, snella della persona, aveva capelli neri, occhi vivaci, scintillanti, bellissimi, onesto lo sguardo, grave il portamento. Sorridea con grazia, conversava alla buona senza pretese, vestiva con semplicità schiva dei ricchi ornamenti di cui possedeva gran dovizia. Amava la solitudine e il viver semplice e frugale. Non parlava mai di sé, né delle cose use; e quando non poteva farne a meno, lo faceva con tanta grazia e disinvoltura da parere che parlasse di altri”.

Così il giornalista teramano Settimio Costantini ritraeva Giovanna Fidalma Milli, detta Giannina (Teramo 1825 – Firenze 1888) che già bambina componeva e improvvisava versi con mirabile facilità, prontezza e soavità di voce.

Affascinò, all’età di soli cinque anni, con la sua lirica grazia e sapienza il pubblico del teatro di Chieti quando declamò versi, venendo in aiuto a sfortunati attori di una compagnia comica che non si morivano di stenti sol perché sovvenuti dalla pubblica carità. (in Alex Casella, “Giannina Milli e la contessa Clarina Maffei. Epistolario”, Ricciardi editore, 1910, p. 8). Salì sul palco recitando il canto integrale di Francesca da Rimini, altre terzine della Divina Commedia, per concludere con alcune ottave della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso.

Giannina Milli: La Poetessa Prodigiosa

Quando improvvisava versi lei stessa si diceva invasa da un irresistibile estro poetico e da un’ispirazione soprannaturale che non riusciva razionalmente a comprendere e che di lei quasi temeva.

Ricordo d’averla intesa dire gli affanni e i terrori che l’agitavano ogni volta che entrava in scena a improvvisare e come, nell’atto dell’improvvisazione, fosse in uno stato quasi di rapimento e di delirio, nel quale non aveva più coscienza né di difficoltà né di pericoli, vedeva e non sentiva più nulla, e si sarebbe ridestata come da un sonno profondo se qualcuno l’avesse scossa per un braccio”. (Edmondo de Amicis)

Le sue serate in vari teatri da Napoli a Milano, durante le quali improvvisava versi composti all’istante su temi proposti dal pubblico presente in sala, avevano soprattutto lo scopo di accendere gli animi a sentimenti patriottici.

Fu in amicizia e in corrispondenza con noti intellettuali e politici del tempo tra i quali Alessandro Manzoni che nei suoi scritti ella nominava “Il Santo Grand’Uomo”, il critico letterario Francesco De Sanctis, lo storico Pasquale Villari, i poeti Giovanni Prati e Aleardo Aleardi; tra le amiche strinse un rapporto di devozione filiale con la contessa Clarina Maffei, nota per il suo salotto letterario milanese, punto di ritrovo di patrioti e letterati del tempo e che Giannina nelle sue lettere chiamava “cara Mammina”.

I Tratti Grafologici di Giannina Milli

Analisi della Grafia di Giannina Milli: La Sensibilità e l’Intuizione

In basso la foto del rarissimo epistolario di Giannina Milla con la contessa Maffei pubblicato per Ricciardi Editore nel 1910, visionato alla biblioteca Angelo Camillo De Meis di Chieti.

Visse a lungo a Roma dove fu direttrice didattica e ispettrice ministeriale. Seguì poi in varie città italiane il marito Ferdinando Cassone, provveditore agli studi, ritornando infine nella sua amata Firenze dove morì nell’ottobre del 1888.

Le Lettere di Giannina Milli: Uno Sguardo Intimo

Le migliaia di lettere dei suoi epistolari sono conservate presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e la Biblioteca provinciale Melchiorre Delfico di Teramo. Sempre nella biblioteca di Teramo si conserva anche la collezione delle fotografie: quattro album con oltre 400 ritratti d’epoca recanti dediche e pensieri alla Milli rivolti da personaggi della cultura e della politica europea.

Uno sguardo, ora, a due lettere con diversa datazione per cogliere qualcosa in più di lei.

La Lettera del 26 Aprile 1862: Sensibilità e Intuizione nella Grafia di Giannina Milli

La prima è una lettera autografa datata 26 aprile 1862 inviata da Firenze al Sig. Rinaldo Cesare de Sterlich a Napoli. All’interno della lettera la poetessa fa riferimento ad alcuni versi improvvisati a Milano per “dei poveretti” di Torre del Greco e ringrazia il signor Rinaldo per aver pensato a lei nonostante “valgo così poco”.

Prevale un modello scolastico calligrafico con segni di Pendente* (tratto molto diffuso nel modello scolastico del tempo, quindi di minor misurabilità grafologica), Accurata* (di una grafia stesa con studio e riflessione preventiva) in un calibro medio-piccolo con un buon largo di lettere, tra lettere e tra parole (Triplice larghezza* viene definita in grafologia). Si legge per i segni citati e per il contesto d’insieme sensibilità, intuizione e capacità di accogliere con prontezza l’essenza dei problemi; ma colpiscono (come si vedrà anche nel prossimo campione di scrittura) le variabilità frequenti nei tagli delle t (talvolta, come in “poveretti” al quarto rigo, addirittura assenti) indice di oscillazioni del tratto volitivo, fra espansioni e scoramenti che la scrivente non sempre manifesta agli altri, ma vive in solitudine.

Spesso, inoltre, in una t il taglio orizzontale molto corto o assente può riferirsi a una persona che non vuol far sapere troppo di sé.

La Lettera del 6 Luglio 1877: Evoluzione della Grafia di Giannina Milli

In una lettera di data successiva (6 luglio 1877), pur permanendo gli stessi segni, colpiscono gesti grafici più dinamici e personalizzati rispetto alla precedente.

La poetessa si era da poco sposata, alla venerabile età (per l’epoca) di cinquantuno anni (!!!) vivendo un periodo molto sereno ed affiatato con il marito che perse dopo dodici anni di matrimonio.

E’ una grafia più libera dai condizionamenti del passato con un margine bianco di sinistra elevato in un tracciato grafico progressivo, orientato alla progettualità e al futuro.

Il margine sinistro in grafologia è associato al passato e, in particolare, alla figura materna; la madre di Giannina, figlia di un noto libraio teramano, favorì molto i suoi studi e le sue scelte. Una scrittura sicuramente più sicura rispetto alla prima lettera, nonostante i diversi ammanieramenti riconducibili, comunque, anche al modus scribendi dell’epoca.

Roseline Crépy, grafologa francese, dedicò ampio spazio allo studio dei cosiddetti piccoli segni fra cui numeri e vari segni di interpunzione.

Come anticipato anche nella seconda lettera compare una variabilità notevole dei trattini della t (assenti, ad esempio, nel numero 7 della data 1877, come in “poveretti” della prima lettera), spia di ardimenti voltivi e cali di volontà (si veda ad esempio il taglio calante della t nel terzultimo rigo).

In questa lettera colpisce anche la morfoideazione del numero 7 sopra citato. Il numero sette nella sua sintesi di ternario divino con il quaternario terrestre, si collega a un concetto di perfezione esprimendo la persona ideale che si vorrebbe essere: la parte superiore, tracciata come un cappello che copre e domina, può indicare una sorta di idealizzazione di sé e della propria immagine.

Il Mito di Giannina Milli: Una Musa Divina

Un’idealizzazione comunque non peregrina nel caso di Giannina Milla, vera Musa divina, toccata da un furens Apollo, come nei suoi versi ella stessa dice.

Dal fervid’estro fuor di me rapita

Quasi da un velo ricoperti i rai

Tolsi una sera, in man la cetra e ardita

Siccome il cuore mi dettò, cantai

Che dicessi non so…

Giannina Milli – Le tre Rose – Ottave

(Giannina Milli – busto di Raffaello Pagliaccetti al Giardino dei Tigli di Teramo)

Ringraziamenti Speciali e Fonti

Un ringraziamento speciale al personale della biblioteca regionale Angelo Camillo De Meis di Chieti per la concessione alla consultazione di libri rari e pregevoli di Giannina Milli, pubblicati nella copertina di questo contributo.

Sitografia

https://www.abruzzoinmostra.it/teramo/giannina_milli/index.html

https://larmegliamori.wordpress.com/2011/04/24/giannina-milli/

https://www.homolux.it/grafologia/lezioni-di-grafologia/

https://web.archive.org/web/20020614154516/http://www.storia.unina.it/donne/invisi/profili/milli.htm

https://www.marisapaschero.com/2020/11/08/il-linguaggio-dei-numeri-in-grafologia/

Link foto pubblicate

https://www.abruzzoinmostra.it/teramo/giannina_milli/index.html

https://www.galileumautografi.com/autografo.php?id=5139&nome=autografo-di-giannina-milli-versi-poveretti-torre-del-greco

https://www.ebay.it/itm/202646168959

https://larmegliamori.wordpress.com/2011/04/24/giannina-milli/

 

Monica Ferri (grafologa)

https://www.facebook.com/monichar52

https://www.ladolcevita.tv/tag/monica-ferri/