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Scopriamo la Cultura abruzzese attraverso l’Arte. La Figura di Ettore Moschino.

Ettore Moschino: Un Letterato Illustre dell’Abruzzo

Ettore Moschino nacque a L’Aquila il 22 ottobre 1867, fu un letterato abruzzese. Sin da giovane fu legato da un’affettuosa amicizia con Gabriele D’Annunzio, con cui condivideva interessi letterari e un’intensa attività giornalistica. Moschino era una personalità complessa e versatile: fu giornalista, poeta, drammaturgo, librettista, saggista, bibliotecario e conferenziere. Studiò a Napoli, ma il suo debutto come giornalista avvenne a Roma, dove collaborò con importanti testate come la “Gazzetta d’Italia” e “Capitan Fracassa”.

Il Ritorno a Napoli e l’Amicizia con D’Annunzio

Nel 1889, dopo la caduta del governo Crispi, Moschino tornò a Napoli, dove si inserì nel vivace ambiente letterario-giornalistico guidato da Matilde Serao ed Edoardo Scarfoglio. Fondò insieme a Eugenio Sacerdoti il quotidiano “Don Marzio”, sulle cui pagine collaborò anche D’Annunzio. Fu proprio a Napoli che l’amicizia con il celebre poeta pescarese si consolidò, tanto che nel 1891 “Don Marzio” pubblicò una delle prime liriche di D’Annunzio, “I poeti”, poi inclusa nel “Poema paradisiaco”.

La Carriera Giornalistica

Dopo aver lavorato come caporedattore per il “Corriere di Napoli”, Moschino passò nel 1904 a “Il Mattino”, trampolino di lancio per la sua brillante carriera giornalistica. Divenne direttore della “Provincia di Brescia” e della rivista “Rinascimento”, oltre a collaborare con prestigiosi quotidiani e riviste come “La Stampa”, “Il Giornale d’Italia” e “Il Messaggero”.

La Produzione Letteraria e Poetica

Parallelamente alla carriera giornalistica, Moschino sviluppò una fiorente attività letteraria. Esordì nel 1908 con la raccolta poetica “I Lauri”, celebrazione della gloria poetica e militare, influenzata dallo stile dannunziano. La raccolta si distingue per la sua fusione di classicismo, naturalismo ed estetismo, e include una sezione dedicata all’amico D’Annunzio.

Le Opere Drammatiche e di Narrativa

Moschino si cimentò anche nella scrittura teatrale e narrativa. Tra le sue opere più importanti troviamo il dramma “Tristano e Isolda” (1910) e il libretto “Mattutino d’Assisi”, rappresentato al San Carlo di Napoli. Nel campo della narrativa, la sua prima opera, “Il giogo”, e le raccolte di novelle “Trasfigurazioni d’amore” e “Maschere di donne” furono molto apprezzate.

L’Attività di Saggista e Critico

L’attività di Moschino non si limitò alla poesia e al teatro. Fu anche un prolifico saggista, autore di volumi come “Figure illustri” (1914) e “Ombre imperiali” (1926), che includeva studi su artisti e letterati come Rossetti e Puccini. La sua attenzione si concentrò in particolare su D’Annunzio, cui dedicò la biografia “Gabriele D’Annunzio nella vita e nella leggenda” (1938), un ritratto appassionato e non critico del poeta.

Gli Ultimi Anni

Negli ultimi anni della sua vita, Moschino si ritirò in Abruzzo, dove continuò la sua attività come direttore del quotidiano “Il Popolo d’Abruzzo” e della biblioteca provinciale “Salvatore Tommasi” a L’Aquila. Morì a Roma il 5 aprile 1941, lasciando dietro di sé un ricco patrimonio letterario e giornalistico.

Figura della Cultura Abruzzese

Ettore Moschino fu una figura di spicco nella cultura abruzzese del primo Novecento. Giornalista, poeta e saggista di talento, legò la sua vita e la sua opera a grandi personalità del suo tempo, come Gabriele D’Annunzio, lasciando un’impronta indelebile nella letteratura italiana.

Fonte: Abruzzo Cultura