Giuseppe Bellusci riparte dalla Recanatese in Serie D dopo l’amarezza della retrocessione con l’Ascoli. Scopri di più sulla sua scelta.
Bellusci riparte dalla Recanatese in Serie D: l’ex Ascoli riparte
I gesti più delle parole. Ma a volte basta semplicemente uno sguardo, per racchiudere l’intera essenza. E quello sguardo svela un animo da combattente, quello di chi non si fa intimorire dalle difficoltà. Giuseppe Bellusci ha deciso di ripartire dalla Recanatese. Una nuova sfida per l’ex Ascoli. Che dopo l’amarezza della retrocessione con i bianconeri, a 35 anni ha deciso di aprire un nuovo capitolo della sua carriera scendendo in serie D.
Una nuova sfida
Bellusci riparte dalla Recanatese
Bellusci andrà a dare un contributo di spessore e di esperienza ad una squadra che dopo quattro giornate si ritrova ancora con zero punti in classifica. Un avvio davvero al di sotto delle aspettative per la Recanatese, che l’anno scorso è retrocessa dalla serie C. E che quest’anno si presenta come una delle favorite del girone.
Un leader per la Recanatese
Chi meglio di Bellusci può dare la scossa ad un gruppo che ha fortemente bisogno di un leader come lui. Nella squadra guidata da Giacomo Filippi, Bellusci ritrova un altro ex Ascoli come Alessandro Sbaffo. Mentre Federico Melchiorri dovrà stare fermo per un bel po’ a causa della rottura del legamento crociato. Anche Bellusci dovrà rimettersi a posto fisicamente, dopo essere stato fermo per diversi mesi. Ma l’importante è essere tornati a calcare l’erba del terreno di gioco. E fra un mesetto il difensore tornerà al top della condizione.
Tante battaglie con l’Ascoli
Bellusci sfida Recanatese con carattere
Dunque servirà soprattutto carattere per uscire da questo trend negativo. E Bellusci è uno di quelli che proprio del carattere fa il suo punto di forza. Del resto lui di battaglie ne ha combattute moltissime in carriera. Tante stagioni in A tra Ascoli, Catania ed Empoli. E anche un’esperienza in Inghilterra in forza al Leeds, all’epoca di proprietà di Massimo Cellino. Oltre a quattro presenze in azzurro con la Nazionale under 21.
Un legame speciale con l’Ascoli
Ma è soprattutto l’Ascoli la squadra a cui è rimasto maggiormente legato. E di cui ha indossato anche la fascia da capitano. Complessivamente 106 presenze con la maglia dell’Ascoli. Lui è cresciuto nel settore giovanile bianconero. E poi nel gennaio 2022 è tornato nella città delle Cento Torri, dove si è fatto sempre amare dai tifosi bianconeri.
Per te una nuova avventura nella Recanatese. Cosa ti ha spinto a fare questa scelta?
«In primis perché volevo restare vicino casa. Il progetto mi è piaciuto e ho dato disponibilità al direttore e al gruppo “comandato” da Alessandro Sbaffo che mi ha portato in questa nuova realtà».
Sei chiamato a dare un grande contributo a questa squadra, che sta vivendo un avvio di stagione molto difficile: dopo quattro partite ancora zero punti in classifica. Cosa serve di più in momenti come questo?
«No, ma in realtà serve equilibrio, che la società ha. L’allenatore è bravo (Giacomo Filippi, ndr). I momenti di difficoltà ce li hanno tutti. Questo momento è arrivato all’inizio della stagione. Io sono fiducioso, è il terzo allenamento che faccio. La nostra è una squadra forte che può ambire ad un campionato da protagonista, nonostante la partenza».
L’Ascoli ha rappresentato tanto nella tua carriera. È la squadra dove sei cresciuto, poi cinque stagioni in bianconero indossando anche la fascia da capitano. Lo scorso anno un epilogo sfortunato con la retrocessione. Tu che spiegazione ti sei dato?
«Sicuramente è stata una retrocessione dolorosa, soprattutto per me che sono ascolano e tifoso dell’Ascoli. Siamo stati sfortunati a retrocedere con 41 punti e la quinta miglior difesa. È normale che si sarebbe potuto fare meglio da parte della società, dello spogliatoio, dei tecnici. La colpa è di tutti. Mi auguro che l’Ascoli possa risalire il prima possibile e possa giocare nei palcoscenici che merita».
Cosa ha voluto dire per te indossare per così tanti anni la maglia dell’Ascoli?
«E’ un motivo di orgoglio e di grande senso di appartenenza. All’inizio fosse stato per me non sarei mai andato via, poi ci furono motivi societari. La strada e il destino ci ha fatto rincontrare, raggiungendo i play-off dopo 17 anni. Poi la società ha scelto di non dare continuità al progetto».
E i tifosi bianconeri ti hanno sempre amato. Al Del Duca quando tornasti da avversario con il Palermo il 30 settembre 2017 ci fu un tributo da brividi per te da parte della Curva Sud…
«L’ho rivisto poco tempo fa il video, mi è apparso nei ricordi sui social. È sempre emozionante, ma i tempi cambiano. Io sono sempre il Beppe Bellusci sia uomo che giocatore. Sono i risultati che cambiano le valutazioni ed i risultati hanno inciso. Io ho sempre dato tutto me stesso. Sono amareggiato, le stesse persone che mi hanno applaudito oggi mi fischiano. Questo è il calcio».
Le tue stagioni migliori sicuramente a Catania, dove facesti cinque stagioni consecutive in A…
«Catania è stata una parentesi importante. Sono stati cinque anni consecutivi dove ho toccato le 100 presenze in serie A. Per un giovane non è poco, non si sono visti tanti difensori raggiungere questo traguardo. È stato un bel vissuto culminato con la retrocessione. È stata una parentesi bella dove abbiamo scritto pagine importanti. Abbiamo fatto il record di punti in serie A per il Catania. Dopo due anni siamo retrocessi e ho deciso di cambiare totalmente».
Poi la decisone di andare in Inghilterra al Leeds. Cosa ti ha lasciato quell’esperienza?
«Esperienza bellissima e formativa. Un calcio totalmente diverso dall’Italia e una tappa importante della mia carriera. C’erano giocatori molto più forti della categoria (Championship, ndr). Era la serie B, ma è come se fosse la A italiana».
5-10-2024 Daniele Rossi