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Fitness per la mente contro l’Alzheimer

Scopri come il fitness mentale contro Alzheimer aiuta a prevenire la malattia. L’importanza delle abilità psicomotorie e del cervelletto.

Fitness Mentale contro Alzheimer: Come Prevenirla

Fitness Mentale contro Alzheimer. Purtroppo questo secolo ha portato alla “ribalta” una malattia neurologica che colpisce il sistema nervoso centrale dell’uomo, in modo irreversibile; l’esordio mediamente è intorno ai sessanta anni di età e si manifesta inizialmente con la difficoltà a ricordare eventi recenti. Con il passare degli anni iniziano i cambiamenti repentini di umore, il senso di disorientamento e la difficoltà di comprendere e comporre il linguaggio (afasia), determinando una condizione che man mano porta inevitabilmente a isolarsi sia dai familiari sia dalla società.

La crescita dell’incidenza della malattia

Questo morbo, che oggi interessa più di 30 milioni d’individui, ha un’incidenza con una crescita esponenziale e si prevede che entro il 2050 ne sarà affetta, a livello mondiale, una persona su 85. Se si pensa che l’aspettativa media di vita, dopo la diagnosi, va da tre a nove anni, è facile immaginare a quale scenario andiamo incontro se non si trova un rimedio efficace a quello che potrebbe essere definito la “peste” del terzo millennio.

Il Morbo di Alzheimer

Soluzioni preventive per l’Alzheimer

Non avendo ancora trovato un rimedio farmacologico di sconfiggere il Morbo di Alzheimer, si sta cercando le soluzioni per ridurre l’amata malattia a livello preventivo. Uno studio dalla University of Kansas a Lawrence dal prof. David Johnson e pubblicato sulla rivista specialisticaGli archivi di Neurologia ha messo in evidenza che non è la perdita della memoria il sintomo iniziale per una diagnosi precoce, ma il cambiamento nelle abilità psicomotorie.

L’importanza del cervelletto

Dopo ha seguito l’esame dello screening (indagini diagnostiche) per più di venticinque anni su circa 500 sani di ricercatori, gli americani ricercatori sono giunti alla conclusione che da retori e correggere le “abilità” visuo-spaziali e psicomotorie, ancora prima del capacità delle declino cognitive. Più che sul cervello, i ricercatori ho focalizzato il nedisesse interesse sul cervelletto (o cerebello): organo impari di forma ovoidale del peso di circa 130-140 grammi, che reordina nella parte dell’encefalo ed è da due espansioni laterali, che prendono il nome di emisferi cerebellari, con al centro il corpo chiamato vermis (dal latinoVerme di verme)

Cervello sano e cervello con Alzheimer

Funzioni del cervelletto

Controlla il linguaggio e le funzioni emotive (centro del piacere e della paura), ma principalmente svolge un’azione “organizzativa” riguardo all’apprendimento e al controllo motorio. Anche se il cervelletto rappresenta solo il 10% del volume totale dell’encefalo, contiene più del 50% dei neuroni totali presenti nel complesso encefalico. La coordinazione dei muscoli volontari (la maggior parte dei movimenti che l’essere umano compie quotidianamente), l’armonia dei movimenti che si svolgono fluentemente senza interruzioni, la regolazione dell’equilibrio e della postura e l’apprendimento motorio (imparare l’esecuzione di gesti) sono tutti compiti deputati al cervelletto.

Fitness Mentale contro Alzheimer: Allenamento e stimolazione continua

I movimenti “precisi” dei muscoli del corpo, che s’imparano generalmente con la pratica, la regolazione e la coordinazione dei movimenti e soprattutto l’equilibrio (che tra l’altro regola il tono muscolare) devono essere però “allenati”. Solo grazie a una stimolazione continua di questi centri si può combattere, ritardare o addirittura annullare la possibilità di essere affetti da questo morbo altrimenti inarrestabile e irreversibile. Suonare uno strumento musicale, fare esercizi posturali (ricerca dell’equilibrio) sono i metodi che devono essere utilizzati per ridurre l’incidenza della malattia.

Il ruolo dell’esecuzione dei gesti

L’esecuzione di un gesto complesso fa sì che l’encefalo, procedendo con gradualità, progetti un modello di movimento, lo testi su un “computer di simulazione” (nuclei della base e cervelletto) e poi lo esegua. Affinché sia armonico, anche il più piccolo dei movimenti coinvolge sempre più gruppi muscolari, che sono reclutati in maniera “temporale e gerarchica”, agendo così in modo coordinato, come se fossero un unico muscolo (coordinazione motoria).

Rischi dei movimenti ripetitivi

Tutto questo fa parte del sistema tonico posturale che deve essere costantemente stimolato; al contrario, movimenti ripetitivi, che invece non comportano l’attivazione di questi centri, possono risultare addirittura dannosi e anticipano l’insorgenza della malattia. Certamente, la visione continua della TV non aiuta ad allontanare l’ombra di questa malattia e, recentemente, alcuni studi si stanno focalizzando anche sull’utilizzo continuato di videogame.

Fitness Mentale contro Alzheimer: Benefici degli esercizi propriocettivi

Esercizi propriocettivi mirati stimolano invece il sistema di controllo dell’equilibrio e della postura e portano al miglioramento del tono muscolare e del portamento.

di Luciano D’angelo: Medico-Chirurgo