La sicurezza stradale a Pescara è al centro della lettera di Bruno Pace dopo l’ennesima tragedia. Richieste concrete per una città più sicura
Sicurezza Stradale a Pescara: La Lettera di Bruno Pace
La tragedia di Sofia è solo l’ultimo, doloroso capitolo di una storia che avrebbe potuto essere diversa. Ogni vita spezzata sulla strada ci ricorda che dietro numeri e statistiche ci sono famiglie distrutte e una sofferenza che poteva essere evitata. Bruno Pace, figlio dell’ex sindaco Carlo Pace, conosce fin troppo bene questo dolore: ha perso il padre nel 2017 in circostanze simili. La lettera che condividiamo oggi è un grido accorato affinché le promesse di una città più sicura non restino parole vuote. È una denuncia, ma anche un appello alla responsabilità collettiva.
Pescara, 11 dicembre 2024
LETTERA APERTA
Ieri, purtroppo, si è conclusa nel modo più tragico possibile la vicenda che ha colpito la giovane Sofia, vittima di violenza stradale. Una vita spezzata, una famiglia condannata a una so>erenza indicibile, alla quale va il mio abbraccio più sincero. Questa tragedia era annunciata e, soprattutto, evitabile.
Da quando mio padre è stato ucciso in circostanze simili, ho scelto di impegnarmi in prima persona per cercare di prevenire il ripetersi di eventi simili nella nostra città. In questi anni, ho avuto l’occasione di incontrare molti attivisti impegnati sulla sicurezza stradale e, soprattutto, tante famiglie distrutte dalla perdita improvvisa di figli, coniugi, genitori e nonni. Da loro ho imparato tanto e ho avuto l’onore di stringere amicizia con persone straordinarie, che dalla so>erenza hanno trovato la forza per cercare di cambiare le nostre città, mettendo al centro le utenze deboli della strada e la salvaguardia della vita. Perché nessuna fretta può essere più importante della vita.
Non è accettabile continuare a morire in città per violenza stradale. Questa strage è evitabile, come dimostra il drastico calo di mortalità registrato a Bologna grazie al coraggioso progetto della “Città 30”.
A Pescara, però, il mio impegno non ha portato i risultati sperati. Dalla scorsa settimana vivo un senso di colpa per non essere riuscito a salvare Sofia. Non ho fatto abbastanza. Non sono riuscito a convincere chi amministra la nostra città dell’importanza di questo tema. Ho dato troppo credito a promesse rimaste parole al vento.
Il conducente che ha ucciso Sofia sarà giudicato per omicidio stradale e, mi auguro, condannato per le responsabilità che gli verranno attribuite. Ma chi giudicherà il mancato impegno del Sindaco e dell’Amministrazione Comunale per non aver fatto nulla, o quasi, per rendere le strade della nostra città più sicure?
Io e la mia famiglia ci siamo rivolti più volte al Sindaco Carlo Masci, chiedendo impegni concreti. Nel 2019 organizzammo un incontro a Pescara in cui ci furono garantiti interventi specifici sulla sicurezza stradale, impegni ribaditi nel 2022 con una richiesta scritta che prevedeva tre misure fondamentali e facilmente attuabili:
- Miglioramento degli attraversamenti pedonali;
- Riduzione del limite di velocità a 30 km/h in città;
- Introduzione delle strade scolastiche, chiudendo al tra>ico le strade davanti
alle scuole negli orari di ingresso e uscita.
Se almeno quest’ultimo impegno fosse stato mantenuto, Sofia sarebbe ancora con la sua famiglia. Questo è un dato di fatto, ed è per questo che sento di aver fallito.
Da oggi, però, la mia pazienza è finita. Chiedo al Sindaco Carlo Masci di non nominare mai più il nome di mio padre per promuovere le attività di questa amministrazione. Mio padre ci ha chiesto un impegno per il bene della città che amava e in suo nome abbiamo creduto nelle promesse fatte da un amico, promesse che non sono state mantenute.
Non è più tempo di attendere. Da domani riprenderò il mio impegno, ma con un approccio diverso, nella speranza di sensibilizzare l’opinione pubblica e di trovare, un giorno, amministratori capaci di credere davvero che questi cambiamenti siano possibili. Lo devo a mio padre. Lo dobbiamo tutti, soprattutto a Sofia.
Bruno Pace
Figlio di Carlo Pace, Sindaco di Pescara dal 1994 al 2003, ucciso sulla strada nel 2017
Questa lettera non deve restare solo un monito, ma un punto di svolta. Per Sofia, per Bruno, per ogni cittadino di Pescara: affinché le strade non siano più luoghi di tragedia, ma di vita sicura e condivisa.