fbpx

Andrea Iaconi punta sul Pescara: «E’ la favorita, Baldini fa la differenza»

Pescara favorita: Iaconi scommette sul Pescara di Baldini. Esperienza e analisi sul futuro della squadra biancazzurra e del calcio abruzzese.

Pescara favorita: Iaconi scommette su Baldini

GIULIANOVA – Osservarlo dall’esterno non è mai come starci dentro. Ma quello del calcio è comunque un mondo che gli appartiene e gli apparterrà sempre di diritto. Del resto Andrea Iaconi ha alle spalle quarant’anni di esperienza da direttore sportivo. E proprio dall’alto della sua esperienza, era doveroso approfondire con lui il discorso sul Pescara di Baldini e sul Giulianova, che ha da poco festeggiato il centenario.

Giuliesi per sempre”

L’occasione per ritrovare amici di vecchia data è stata quella legata al centenario del Giulianova calcio, nel corso della cena “Giuliesi per sempre”. Iaconi è stato in compagnia di personaggi del calibro di Antonio Oliveri, Alessandro Quartiglia, Francesco Giorgini, Nicola Tribuiani e Ivo Iaconi. Uomini che hanno scritto la storia della società giuliese. E Iaconi, oltre ad essere un giuliese doc, ha mosso i suoi primi passi da dirigente proprio nel Giulianova.

Iaconi e Baldini: il passato e il presente del Pescara si incontrano

L’incontro con Baldini

Pescara favorita: Iaconi scommette su Baldini. Poi ben quattordici anni nel Pescara. Partendo dal 1993, una lunga avventura con Pietro Scibilia alla presidenza e Antonio Oliveri vicepresidente. E terminando la sua parentesi in biancazzurro nel 2007. Anni in cui si doveva far quadrare il bilancio, ma bisognava anche soddisfare le ambizioni di una piazza esigente come quella di Pescara. E Iaconi ci è riuscito, dimostrando sempre grandi doti da equilibrista e quella scaltrezza tipica di chi sa fare il proprio mestiere. Nel 2003 arrivò la grande gioia del ritorno in B con il fratello Ivo in panchina. Un binomio che poi si rinnovò a Brescia in serie B. E nel 2005 per la panchina biancazzurra scelse un certo Maurizio Sarri, che ai tempi pochi conoscevano. Andrea Iaconi qualche giorno fa ha avuto modo di incontrare Silvio Baldini a Pescara, in circostanze casuali. Iaconi e Baldini, due personaggi che rappresentano uno il passato e uno il presente del Pescara. Sarà sicuramente stato un segno del destino.

L’impronta di Baldini: per Iaconi è l’arma vincente del Pescara

Il Pescara sta facendo un cammino da primato. Nella formazione biancazzurra si vede soprattutto l’impronta di Silvio Baldini. Lei che idea si è fatto?

«Sono d’accordo. Io ho visto cinque-sei partite in tv. Poi non avendole viste dal vivo mi posso fare un’idea che può anche essere sbagliata. Io ho sempre pensato che in queste categorie chi fa la differenza non sono i calciatori, quello che conta è l’allenatore. Il più bravo a parità di condizioni è quello che fa la differenza. Conosco molto bene Baldini avendolo sempre seguito, con la C non c’entra niente».

E proprio con Baldini vi siete anche incontrati in circostanze casuali…

«Eravamo a cena a Pescara. Ogni tanto mi invitano gli amici di un tempo, tifosi e giornalisti. Ad un certo punto chiamano Baldini che era in un ristorante a cento metri da noi. Erano cinque-sei anni che non ci sentivamo. È stato bellissimo ritrovarlo, anche perché è anche una bella persona».

Per lei che conosce bene la piazza di Pescara, Baldini può rappresentare quello che in passato sono stati Galeone e Zeman per i tifosi biancazzurri?

«Io penso che sono storie diverse. Baldini può fare la sua storia perché ne è capace. E poi bisogna vedere se ha la continuità. Ma la storia di Galeone rimarrà per sempre. È stata troppo una cosa che nessuno si aspettava. Quando mise in campo i ragazzini e poi vinse, queste cose qui i più giovani non le hanno vissute. È una cosa indelebile».

Qual è la favorita per la vittoria finale nel girone del Pescara secondo lei?

«Io ho visto le prime tre. Oltre al Pescara, anche Ternana ed Entella. Finora la squadra che mi ha fatto più impressione è il Pescara. Incrociamo le dita, perché un sacco di volte sbaglio (ride, ndr). Il Pescara è la squadra più completa, perché sa esattamente quello che vuole».

Dall’alto della sua esperienza, la Pescara calcio sarà realmente ceduta dal presidente Sebastiani da qui ai prossimi mesi?

«Io questo non lo so. Però a me dispiacerebbe perché Sebastiani al di là delle critiche è una persona che ha fatto più di dieci anni nel Pescara. Non è facile da solo governare una società come il Pescara che oscilla tra C, B e A. Parlare è sempre facile, bisogna rispettare le persone che fanno calcio e che hanno continuità».

Ha partecipato alla cena “Giuliesi per sempre” in occasione delle celebrazioni del centenario del Giulianova. Proprio nel sodalizio giuliese lei ha mosso i primi passi da dirigente, cosa rappresenta per lei il Giulianova?

«Vabbè al di là della società è la squadra del mio paese. Qui ho fatto tutto il settore giovanile. Facevo la riserva a grandi giocatori e ritrovarli dopo tanti anni è stato bellissimo. Non mi piace vedere il Giulianova in Eccellenza. Però la situazione è questa e speriamo che riescono a salire di categoria. Io a Pescara ho sempre lavorato per far crescere le società abruzzesi. Spero che Giulianova, Teramo, L’Aquila, Chieti e Avezzano possano salire di categoria. Una volta in C c’erano sei-sette squadre abruzzesi. E c’erano tutte partite bellissime. L’Abruzzo deve crescere. In Italia con il Pescara in C l’Abruzzo è una delle ultime regioni a livello di importanza».

Giulianova che anche quest’anno sta tentando il salto di categoria. Quello del presidente Mucciconi può essere un progetto vincente?

«Io ultimamente sono andato a vedere due partite di Coppa Italia. Giulianova non può fare l’Eccellenza e penso che questo presidente anche se non lo conosco bene sta facendo di tutto per risalire. Io al di là della parte tecnica ho sempre lavorato per dare un’organizzazione di prim’ordine alla società con segretario, collaboratori. Bisogna organizzarsi prima come società. E Mucciconi lo sta facendo. La prima cosa da fare è il settore giovanile. Quello del Giulianova ha sempre lanciato grandi talenti, io ricordo per esempio Giampaolo. Poi le strutture, io non sono d’accordo che il Giulianova deve giocare in uno stadio al centro del paese. Io utilizzerei il Fadini per il settore giovanile, per far ripopolare il paese. Ma bisogna avere le strutture e costruire stadi nuovi».

Manca un po’ il calcio ad Andrea Iaconi?

«No, non mi manca. Perché ero stanco e avevo già deciso a Brescia di smettere. Corioni mi face un contratto di cinque anni e si ammalò. E io gli dissi che alla fine avrei smesso. Poi non ho potuto dire di no al Teramo. Teramo aveva tutto per fare calcio. Io ho continuato ancora a lavorare e mi è dispiaciuto non aver potuto finire il lavoro».

13-12-2024 Daniele Rossi