L’intervista al dirigente Teatino Massimo Reale
Intervista a Massimo Reale, storico dirigente teatino che da poco è tornato nel Chieti. Con Reale abbiamo svelato gli obiettivi della nuova proprietà, facendo anche un tuffo nel passato nell’era Buccilli e negli anni della presidenza di Walter Bellia.
CHIETI – E’ tornato a casa. Lui che rappresenta una figura storica in ambito dirigenziale all’interno del Chieti. Massimo Reale dallo scorso novembre è tornato a far parte della Chieti calcio. Dopo aver vissuto da protagonista le gestioni Mancaniello, Buccilli e Bellia. Oltre alle stagioni più recenti con Di Giovanni e Trevisan.
Un progetto ambizioso
Reale in questa stagione aveva iniziato nel Città di Chieti, società teatina guidata dal presidente Fabio La Valle. Avventura intrapresa insieme al dottor Cristian Pollio, altra figura dirigenziale che ha fatto parte del Chieti calcio anche nel recente passato. Ma era difficile dire di no ad un progetto così ambizioso, come quello della nuova proprietà capitanata dal patron Altair D’Arcangelo e dal presidente Gianni Di Labio. Di certo l’esperienza e la competenza di Massimo Reale possono fare la differenza.
Così Reale è andato a ricoprire un ruolo strategico, a stretto contatto con il team manager Mino Ianieri. Una figura di raccordo tra gruppo squadra e società. Lui che ha lavorato insieme a dirigenti del calibro di Vittorio Galligani, Claudio Garzelli, Enzo Nucifora, Giuseppe Tambone e Mauro Traini.
Non dimentichiamoci che questa è una società che deve ancora strutturarsi completamente. E che per il prossimo campionato vuole puntare al primato, quello che non è stato possibile fare quest’anno.
Nelle ultime settimane intorno al Chieti si è creato un fastidioso chiacchiericcio mediatico dopo l’intervista di Altair D’Arcangelo nella trasmissione Report andata in onda su Rai3. Ma Reale e gli altri componenti dello staff dirigenziale vanno dritti per la propria strada, per raggiungere un obiettivo ben preciso. Quello che tutta la città di Chieti si aspetta da questa società.
Vicepresidente con Bellia
Massimo Reale per cinque anni ha ricoperto il ruolo di vicepresidente durante la presidenza di Walter Bellia. E l’ex presidente ha sempre manifestato la sua stima verso il dirigente teatino. Sì, perché quel Chieti fu un in grado di ottenere la promozione in Lega Pro nel 2010 con Vincenzo Vivarini in panchina. E successivamente arrivò per due anni di fila a disputare i play-off per salire in Prima Divisione.
Nel 2012 i neroverdi uscirono sconfitti in finale play-off contro la Paganese. E l’anno successivo il Chieti guidato da Tiziano De Patre riuscì ad arrivare quarto in campionato, salvo poi essere eliminato in semifinale play-off dall’Aquila.
Traguardi che negli ultimi anni non è stato più possibile raggiungere, abbandonando il professionismo soprattutto a causa di molteplici vicissitudini societarie.
L’era Buccilli
Ancor prima Reale è stato una figura chiave all’interno dell’assetto dirigenziale della presidenza di Antonio Buccilli per tre anni.
In quel Chieti che centrò la promozione in C1 con Gabriele Morganti nel 2001. E che nella stagione successiva seppe imporsi all’Angelini nel derby contro il Pescara. In una data rimasta impressa nella mente di tutti i tifosi neroverdi: 9 settembre 2001. Ma quel Chieti qualche anno più tardi sfiorò i play-off di C1, nel 2004 con Dino Pagliari in panchina.
Una squadra che in quelle stagioni annoverava gente del calibro di Fabio Grosso e Fabio Quagliarella, tanto per citarne alcuni. Ma anche il capitano Alessandro Battisti, Rajcic, Tacchi, Di Fabio, Califano. Giocatori arrivati a Chieti grazie ai tanti sacrifici economici fatti da Antonio Buccilli. Altri tempi. Che i tifosi del Chieti sognano di rivivere. E da questo punto di vista una piazza come Chieti può dare davvero tanto in fatto di entusiasmo e passione.
Proprio Massimo Reale può rappresentare una sorta di continuità tra passato e presente. Lui che è un teatino doc ed ha sempre vissuto questa piazza in maniera totale, conoscendola meglio di chiunque altro. Il resto è una storia ancora tutta da scrivere.
Intervista al Dirigente Massimo Reale
Cosa l’ha spinta a sposare il progetto della nuova proprietà?
«Questa è una società molto seria. Conosco da anni il presidente Gianni Di Labio e il vicepresidente Dario Scurci e sono persone molto affidabili. Il patron Altair D’Arcangelo lo conosco da venticinque anni ed ho sempre avuto un buon rapporto con lui. Per me è una persona squisita e in gamba».
Daniele Amaolo nella sua gestione ha collezionato 14 punti in 7 partite. A conti fatti un ruolino di marcia più che soddisfacente. Peccato che a questo punto della stagione resta solo l’obiettivo del secondo posto…
«Sì, ormai per i punti che ha la Sambenedettese il campionato è chiuso. Ce la giocheremo con L’Aquila e Teramo per il secondo posto. Noi ci proveremo per i play-off».
In questa fase il vostro lavoro è volto soprattutto a porre le basi per la prossima stagione. Come si sta muovendo questa società per essere in grado di ambire al primato il prossimo anno?
«Il telaio è fatto. Mancano da sistemare i fuori quota e ci dobbiamo organizzare per il direttore sportivo. Poi il mister ci indicherà i giocatori che a lui servono, ma la squadra è fatta».
Vi ritenete soddisfatti sino ad adesso del mercato. Oppure in cuor suo si poteva fare di più?
«Guardando la posizione in classifica sono soddisfatto. Poi bisogna considerare anche qualche infortunio. Per me è un’ottima squadra, una squadra importante».
Si sta cercando un direttore sportivo per il prossimo anno. Si sono fatti vari nomi negli ultimi giorni: Traini, Micciola, Sacchetti. Quale può essere il profilo giusto per il Chieti?
«Stiamo parlando con i direttori. Ci sono tanti colloqui da fare e si stanno facendo tanti nomi. Decideremo per marzo. Per me serve un direttore vincente che conosce il girone F».
Lei è un dirigente storico del Chieti. È stato una figura chiave anche nell’era Buccilli, un presidente che in molti a Chieti rimpiangono. Secondo lei perché con il tempo la sua figura è stata rivalutata?
«Per me Buccilli in otto anni ha fatto bene ed ha costruito squadre importanti. Poi lui è rimasto solo. Anche la città ti aiuta poco. E fai fatica, come è successo anche a Mancaniello e agli altri presidenti passati a Chieti».
Lei ha ricoperto il ruolo di vicepresidente durante la presidenza di Walter Bellia, che ha sempre manifestato una grande stima nei suoi confronti. Ad oggi quello è stato l’ultimo Chieti capace di poter competere in serie C. In quegli anni cosa è mancato per fare sì che quel progetto avesse continuità?
«E’ il solito discorso, lui ha dato tanto con squadre importanti ed ha ottenuto una promozione disputando due play-off. Sono stati fatti degli squadroni. Io dopo cinque anni sono uscito e c’è stata la retrocessione. Poi lui ha venduto. Se non dai una mano ai presidenti poi l’azienda ne risente dopo 7-8 anni alla grande. Lui è stato aiutato solo dal pubblico perché facevamo delle presenze importanti. Mi ricordo seimila presenze nella finale play-off contro la Paganese. Poi ogni domenica facevamo tremila presenze all’Angelini».
Che cosa vuol dire vincere in una piazza come Chieti?
«Chieti se vinci è una piazza che si scalda molto. C’è una grande curva che rappresenta il dodicesimo uomo in campo. Anche dai dintorni il pubblico si avvicina. A Chieti devi vincere, devi puntare al primo posto e lo stadio sarà sempre pieno. Con Mancaniello, Buccilli e Bellia ci sono stati calciatori importanti che poi sono stati anche in B e in A».
Intervista al Dirigente Massimo Reale 30-1-2025 Daniele Rossi