Scopri il Significato di Scarabocchi e Disegni e come i gesti grafici rivelano emozioni, pensieri nascosti e stati interiori profondi.
Significato di Scarabocchi e Disegni nei Gesti Grafici
Il gesto grafico come sismografo dell’interiorità
C’è una verità che non passa attraverso le parole, ma si lascia afferrare nei margini di un foglio, in un tratto tremulo, in una figura appena accennata. È a questa verità che si dedica Valeria Zacconi, psicologa, grafologa e formatrice, nel suo libro Disegni, schizzi e scarabocchi, recentemente ripubblicato in una seconda edizione riveduta e ampliata da Epsylon Editrice (2021).
Con grande chiarezza divulgativa e una sensibilità maturata nel lavoro sul campo, l’autrice ci accompagna in un viaggio affascinante nel mondo del gesto grafico spontaneo, tracciando una mappa in cui ogni linea, ogni figura, ogni scarabocchio diventa specchio di un’identità in formazione o in trasformazione.
Significato di Scarabocchi e Disegni nei Gesti Grafici: una lettura per tutti, un’opera per addetti ai lavori
l testo è rivolto tanto al lettore curioso quanto a educatori, terapeuti, grafologi, genitori e insegnanti. La sua forza risiede nella capacità di mantenere un equilibrio raro tra rigore teorico e approccio narrativo. I concetti grafologici e psicologici non sono mai astratti: prendono vita attraverso esempi concreti, casi reali, tavole di disegni che parlano senza filtri.
Come grafologa, docente e perito grafico giudiziario, ho trovato in questo libro uno strumento vivo, utile anche per affinare l’osservazione in ambito educativo e terapeutico. Il disegno di un bambino o di un adulto, uno scarabocchio fatto in riunione, un volto stilizzato tracciato senza pensarci: tutto può diventare chiave d’accesso a emozioni, tensioni, desideri profondi.
Cosa c’è di nuovo in questa seconda edizione
Questa nuova versione del volume non è solo una ristampa: è un ampliamento di visione. Valeria Zacconi introduce nuove riflessioni, aggiorna e arricchisce i casi clinici, espande l’analisi a differenti fasce d’età e inserisce strumenti di lettura adatti anche a contesti educativi, scolastici e familiari.
Uno degli aspetti più innovativi è l’attenzione all’evoluzione del gesto grafico nel ciclo della vita, un tema che trovo fondamentale per comprendere la scrittura e il disegno non come eventi isolati, ma come parte di un racconto più ampio e continuo.
La delicatezza di un approccio umanistico
La studiosa non si limita a interpretare: ascolta. Questo approccio dialogico, empatico e rispettoso dell’unicità di ogni gesto grafico si avverte in ogni pagina. Non c’è mai giudizio, ma il desiderio di comprendere e restituire senso. E in questo, il libro riesce nell’intento non solo di spiegare, ma anche di educare allo sguardo.
Un segno non è mai solo un segno, ci ricorda l’autrice: è un ponte tra il visibile e l’invisibile, tra il dentro e il fuori. E proprio in questa capacità di vedere nell’infinitamente piccolo un universo complesso sta il valore più alto di questo lavoro.
Una lettura consigliata a chiunque creda, come me, che le tracce lasciate sulla carta abbiano la forza di raccontare ciò che la voce, a volte, tace.
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Monica Ferri (grafologa e perito grafico giudiziario)
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