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Disastro Idro-Cementizio: La Sfida Urgente della Rinaturalizzazione

Disastro Idro-Cementizio: Un’Allarme dall’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica

Federico Preti, Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica e Docente presso l’Università di Firenze, lancia l’allarme sul “disastro idro-cementizio” e il grave stato di vulnerabilità del territorio italiano.
Preti definisce la situazione attuale come un vero e proprio “disastro idro-cementizio”, frutto di decenni di urbanizzazione incontrollata, abbandono delle aree interne e scarsa attenzione alla gestione del suolo. Il rischio idrogeologico, che include frane, alluvioni ed esondazioni, è in costante aumento, e i disastri naturali che ne conseguono mettono in pericolo vite umane e beni materiali.

Urbanizzazione e Territorio Vulnerabile

“Continuano a esondare i corsi d’acqua e a franare le colline”, afferma Preti, sottolineando come l’aumento dell’urbanizzazione nelle pianure e l’abbandono delle zone collinari e montane abbiano contribuito a rendere il territorio sempre più vulnerabile. I corsi d’acqua, sovraccaricati e arginati in modo inadeguato, non riescono a reggere la pressione, mentre la continua impermeabilizzazione del suolo, dovuta alla cementificazione, esacerba il problema.

Gestione Inadeguata della Vegetazione Ripariale e Rischio Frane

Preti pone l’accento anche sulla cattiva gestione della vegetazione ripariale, ovvero quella presente lungo i corsi d’acqua. “Tagliare troppo e male la vegetazione ripariale può addirittura aumentare il rischio a valle”, osserva, poiché questa vegetazione gioca un ruolo chiave nella stabilità del terreno e nella riduzione del rischio di esondazioni. Inoltre, i versanti collinari che non sono stati più gestiti negli ultimi decenni sono oggi molto più soggetti a frane rispetto a quelli ancora mantenuti o coperti da boschi.

La Soluzione: Ingegneria Naturalistica e Rinaturalizzazione del Territorio

La via d’uscita proposta da Preti è chiara: “Dobbiamo mitigare l’aumento del rischio idrogeologico con la prevenzione e l’uso di soluzioni basate sulla natura”. L’Ingegneria Naturalistica rappresenta una risposta efficace, poiché permette di realizzare interventi che non solo rispettano l’ambiente, ma sono anche economicamente sostenibili. Gli investimenti richiesti per questo tipo di opere sono infatti 10 volte inferiori rispetto ai costi di ricostruzione successivi a eventi catastrofici.

Opportunità di Lavoro e Pianificazione a Lungo Termine

Non solo una soluzione ambientale, ma anche un’opportunità economica. “Questi interventi offrono opportunità di lavoro a tecnici, professionisti e giovani disoccupati”, sostiene Preti, che vede nella rinaturalizzazione del territorio una strategia che può portare benefici su più fronti. È essenziale, però, agire rapidamente e pianificare interventi strutturali e non strutturali a medio e lungo termine, anche considerando la delocalizzazione di edifici situati in aree a rischio.

La Strada della Prevenzione al Disastro Idro-Cementizio

La strada per evitare futuri disastri idro-cementizi è tracciata: rinaturalizzare il territorio seguendo le linee guida della “Restoration Law” e destinare risorse economiche da altri settori per affrontare questa emergenza. Solo un’azione concertata e preventiva potrà ridurre il rischio e preservare il nostro territorio per le future generazioni.