La Disgrafia
La disgrafia (dal greco δυσ-, prefisso peggiorativo e γραϕία, scrittura) rispetto ad altri disturbi specifici di apprendimento, rimane ancora oggi poco definita, non ricevendo la necessaria attenzione ed essendo spesso confusa, anche nella scuola, con altri tipi di difficoltà di scrittura.
La disortografia e la disgrafia
Fondamentale è una chiara distinzione fra la disortografia, un disturbo della scrittura di natura linguistica (deficit nei processi di cifratura o compitazione) e la disgrafia, deficit nei processi di realizzazione grafica di natura motoria, così come descritto nelle Linee guida della Consensus Conference per i DSA, gennaio 2007.
Chi è il disgrafico?
E’ disgrafico un bambino che presenta una scrittura carente da un punto di vista qualitativo, mentre nessun deficit neurologico o intellettivo spiega questa carenza. Si tratta dunque di bambini intellettivamente normali che vengono in consultazione per scrittura illeggibile o troppo lenta; queste difficoltà ostacolano spesso il loro normale percorso scolastico.
Con queste parole Julian de Ajuriaguerra (1911-1993), psichiatra di origine spagnola e cittadino francese dal 1950, nel 1964 definì in modo ancora oggi condivisibile la disgrafia.
Gli studi di Julian de Ajuriaguerra
Negli studi di educazione al gesto grafico noto il riferimento ai cinque sottogruppi di disgrafie individuati da Ajuriaguerra e dai suoi collaboratori, associabili a disfunzioni grafiche. Tali caratteristiche nella pratica clinica, di norma, si trovano associate riferite a più di un gruppo.
- rigido
- rilasciato o allentato
- impulsivo
- maldestro
- lento e preciso
Caratteristiche della disgrafia
La disgrafia riguarda esclusivamente il grafismo e non le regole ortografiche e sintattiche, sebbene influisca negativamente anche su tali acquisizioni, a causa della frequente impossibilità di rilettura e di autocorrezione; in alcuni casi infatti lo studente può avere difficoltà a decifrare anche ciò che ha scritto, assumendo un atteggiamento di rinuncia o di profondo disagio di fronte ai compiti scritti.
Definiamo quindi la disgrafia un disturbo (non causato da altre problematiche di tipo neurologico) legato alla grafia a mano che rende estremamente difficile scrivere in modo funzionale. Un disturbo che può presentarsi sia in maniera isolata, che in comorbilità ad altri disturbi specifici di apprendimento.
Disgrafia e disprassie
Oggi gli studiosi tendono a riconoscere forti relazioni fra lo sviluppo del linguaggio parlato e/o scritto e quelle che vengono definite disprassie (deficit dei movimenti volontari caratterizzati dall’assenza di altri deficit cognitivi e sensoriali evidenti). Un disgrafico può infatti scrivere anche molto velocemente, ma la condizione più importante per valutare una disgrafia è data da quanto il tratto grafico sia compromesso in sede di scrittura di parole, di frasi e di testi (è leggibile ciò che è scritto?).
La lentezza esecutiva grafica
Un altro motivo di disfunzione può essere anche l’eccessiva lentezza; talvolta le grafie lente sono infatti formalmente “belle”, ma il bambino rimane indietro nella dettatura, dovendo spesso completare a casa consegne iniziate a scuola con il rischio di non riuscire a prendere appunti o concludere verifiche, subendo il peso di queste difficolta anche sul piano dell’autostima.
Caratteristiche della disgrafia
Alcune caratteristiche della difficoltà, nella riproduzione dei grafemi, sono: posizione del corpo inadeguata, prensione scorretta dello strumento grafico (la penna o la matita è impugnata male), disimpegno della mano vicariante, scarsa capacità di utilizzo dello spazio a disposizione (non rispetto dei margini del foglio, spazi irregolari tra grafemi e parole, difficoltà nel seguire il rigo), non adeguata regolazione della pressione della mano sul foglio e non adeguata regolazione della forza esercitata nell’impugnare la penna o matita, frequenti inversioni della direzionalità del gesto grafico, difficoltà nella riproduzione grafica di figure geometriche e livello di sviluppo del disegno inadeguato all’età, difficoltà nella copia di parole e frasi dalla lavagna, scarso rispetto delle dimensioni delle lettere, legatura maldestra tra lettere o sovrapposizione del tratto grafico, alterazione del ritmo di scrittura (scarsa armonia del gesto e frequenti interruzioni).
Disagi dello studente disgrafico
Spesso, nell’alunno disgrafico, le richieste di migliorare la grafia tendono ad aumentare, nella convinzione che sia possibile colmare il divario fra velocità di scrittura e leggibilità con gli altri compagni.
Questi comportamenti generano una spirale in cui la frustrazione di non riuscire e una forte sensazione di bassa autostima sfociano spesso in sentimenti, comportamenti e aspettative negativi nei confronti del mondo scolastico.
Il disgrafico potrebbe trovarsi in difficoltà a mostrare la propria scrittura poiché i sintomi della disgrafia non possono essere mascherati a scuola, per questo motivo la presa in carico delle difficoltà scolastiche appare di primaria importanza in modo da permettere al discente di non essere penalizzato ed etichettato per la sua scrittura.
Diagnosi di disgrafia
La diagnosi di disgrafia può essere certificata dalla classe seconda-terza elementare (è consigliabile aspettare questa data, in casi di particolare gravità, può essere posta anche prima).
Un Intervento Specialistico
Il bambino disgrafico ha bisogno di un intervento specialistico con test che vengono somministrati durante la prima visita, in quanto difficilmente vi sarà un recupero in ambito scolastico che gli permetterà di superare le sue difficoltà.
La Relazione Affettiva
Durante l’intervento è di fondamentale importanza la relazione affettiva con l’educatore, allo scopo di infondere nel bambino fiducia nelle proprie capacità al fine di migliorare l’autostima e l’immagine autopercepita.
Intervenire in tempo
La precocità dell’intervento nella riabilitazione è un fattore molto importante, insieme alla collaborazione di istituzioni ed educatori, così come è auspicabile il consolidamento dei traguardi raggiunti nel corso del trattamento terapeutico.
Rispetto dei tempi individuali
E’ di primaria importanza porsi obiettivi realistici circa l’esito del lavoro per il miglioramento del tratto grafico, poiché attraverso il potenziamento si perfeziona la grafia, ma potrebbero rimanere alcune difficoltà di scrittura.
I Tempi di Esecuzione
Sarà fondamentale rispettare i tempi di esecuzione del bambino nel compito di scrittura, infatti la velocità di scrittura di un disgrafico cambia da individuo ad individuo, e può derivare da molti fattori, impulsività, per esempio, può comportare una scrittura veloce ma non leggibile.
Considerazioni
Durante la valutazione della disgrafia, vengono considerati molti fattori fra cui anche questo, poiché durante l’intervento di recupero e potenziamento, sarà necessario adattare flessibilmente il lavoro e l’obiettivo a cui si vuole arrivare.
Ausilio sussidi
Qualora la disgrafia sia estremamente severa, è opportuno porsi come obiettivo che il bambino disgrafico abbia una grafia leggibile, ma che possa essere anche supportato da ausilii specifici, visto che le risorse per lui da destinare all’esecuzione del movimento per un tratto grafico corretto sarebbero troppo elevate e inficerebbero sulle prestazioni richieste.
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