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La Giustizia è Morta: Un Grido di Verità dal “Marchese del Grillo”

È morta la giustizia

Alberto Sordi, nel film “Il Marchese del Grillo” di Mario Monicelli, pronuncia una frase potente: “È morta la giustizia!” Questo gesto, che include il suono delle campane a morto per tutta Roma, denuncia una profonda ingiustizia. Il Marchese confessa al Papa Pio VII di aver corrotto il sistema per far condannare un povero falegname solo perché “povero e giudio”, mentre lui, “ricco e cristiano”, ne è uscito illeso. La risposta lapidaria del Papa – “La giustizia non è di questo mondo” – rappresenta una dolorosa accettazione della fallacia della legge, una realtà che sembra ancora attuale.

La Fallacia della Giustizia: Un Problema di Ieri e di Oggi

Monicelli, con “Il Marchese del Grillo”, sottolinea una verità amara: la giustizia, così come la legge, non è sempre equa e perfetta. Questo problema esisteva nel passato e continua a esistere oggi. Politica e giustizia, valori su cui si fonda la società, sono spesso affette da fallacie che richiedono correzioni. La riflessione critica su questi temi diventa essenziale, soprattutto se si vuole mantenere la fiducia nel sistema legale.

La Giustizia secondo i Classici

Filosofi come Platone e Aristotele consideravano la giustizia un valore fondamentale della riflessione politica. Aristotele, in particolare, la legava indissolubilmente ai concetti di legge ed uguaglianza: “Dura lex, sed lex” (la legge è dura, ma è legge) e “Lex aequa omnia est” (la legge è uguale per tutti). La giustizia richiede il rispetto della legge, che deve essere uguale per tutti, come ricordato nelle aule dei tribunali.

Politica e Giustizia: Una Realtà Distorta?

La Costituzione italiana, all’articolo 105, prevede l’autonomia e l’indipendenza dell’ordine giudiziario dai poteri legislativo ed esecutivo. Tuttavia, questa autonomia viene spesso minacciata da correnti politicizzate, che interferiscono con il delicato equilibrio tra i poteri. Spesso, i giudici agiscono sulla base di ideologie, mettendo in secondo piano le garanzie individuali e compromettendo il diritto a un giusto processo. L’indipendenza della magistratura è un pilastro dello Stato di diritto, ma sarà efficace solo se accompagnata dall’imparzialità dei giudici.

L’Imparzialità del Giudice: Una Questione Ancora Aperta

L’imparzialità del giudice rimane una questione dibattuta. È ancora da stabilire in cosa essa consista esattamente e fino a che punto le convinzioni personali e politiche di un magistrato possano influenzare una sentenza. Il dibattito continua senza una soluzione definitiva, lasciando irrisolto uno dei nodi più complessi del sistema giudiziario.

Riforme per il Futuro: Verso un Giudice Più Imparziale

Se da un lato grandi riforme sembrano difficili da attuare in tempi brevi, esistono soluzioni intermedie per migliorare l’imparzialità e l’indipendenza del giudice. Tra queste, i test psico-attitudinali per i futuri magistrati, previsti dal governo a partire dal 2026, hanno già sollevato reazioni. Il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) ha evidenziato una possibile minaccia all’indipendenza della magistratura, ma il governo ha chiarito che la procedura sarà sotto il controllo del CSM.

Un’altra possibile misura potrebbe essere la riforma della responsabilità civile dei magistrati, prevedendo l’applicazione della responsabilità oggettiva e diretta. L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale (IA) come consulente speciale potrebbe essere un ulteriore passo verso un giudizio più equo e trasparente.

L’Intelligenza Artificiale e il Giudice del Futuro

L’intelligenza artificiale potrebbe rappresentare un supporto fondamentale per i giudici nel futuro. Se già oggi esistono sistemi come “TacticAI” per prevedere risultati sportivi, è plausibile immaginare un “JudgementAI” capace di assistere i giudici nelle decisioni, riducendo al minimo il rischio di errore. Tuttavia, ciò solleva la questione se l’utilizzo dell’IA in ambito giudiziario possa mettere a rischio l’umanità della giustizia stessa.

È morta la giustizia

Giustizia e Umanità: Un Binomio Indissolubile?

Se da un lato giustizia e umanità sono concetti legati, non costituiscono necessariamente un binomio inscindibile. Come ci ricorda il Parini ne “La caduta”, “Umano sei non giusto”. L’automatizzazione dei processi decisionali potrebbe privare la giustizia della sua componente umana, ma al contempo garantire maggiore equità. I sistemi decisionali automatizzati già in uso in alcuni Paesi europei dimostrano come la robotizzazione della giustizia sia un fenomeno in crescita.

È morta la giustizia? Una Giustizia in Evoluzione

La credibilità dei giudici è oggi ai minimi storici, e gli scandali nel sistema giudiziario richiamano la necessità di profonde riforme. La giustizia, come ogni altro ambito della società, deve evolversi per rispondere ai cambiamenti del mondo. Che si tratti di una maggiore trasparenza, dell’introduzione dell’intelligenza artificiale o di una riforma delle responsabilità, il sistema giudiziario ha bisogno di adattarsi per restare credibile e giusto.

tratto da un articolo di Giuseppe Arnò