Eredità digitale dopo morte: cosa accade ai nostri account
La tecnologia sta riscrivendo le regole del nostro rapporto con la morte e lascia l’eredità digitale dei nostri account. Profili Facebook che continuano a vivere, chatbot che simulano le risposte di una persona scomparsa, archivi digitali che conservano frammenti della nostra esistenza. Ma cosa resta davvero di noi dopo la morte nell’era digitale? Davide Sisto, filosofo e studioso del rapporto tra tecnologia, memoria e morte, esplora come la nostra identità sopravvive – o viene trasformata – oltre il confine della vita.
Profili social dopo la morte: la gestione dell’eredità digitale
La questione dell’eredità digitale è estremamente attuale tanto che Facebook ha provveduto all’inserimento di una “particolare opzione”. Questa possibilità individua e indica una persona che, nel momento in cui risulterà inattivo il profilo, riceverà le credenziali di accesso. In questo modo potrà gestire l’account dopo il decesso del “titolare” del profilo. Nel caso di Google, invece, ciascuno può decidere preventivamente dopo quanto tempo di inattività dell’account si deve presumere la morte dell’utente, da 3 a 18 mesi.
Il ruolo della filosofia nella comprensione dell’identità digitale post-mortem
Davide Sisto insegna Filosofia Teoretica presso l’Università di Torino ed è esperto di tanatologia: si occupa del tema della morte a partire da un punto di vista filosofico e in relazione alla medicina, alla cultura digitale e al postumano. Sisto analizza come la nostra identità digitale possa sopravvivere alla nostra morte fisica, trasformandosi in una sorta di “immortalità” virtuale. Questa persistenza solleva questioni etiche e filosofiche riguardo alla gestione dei dati personali e alla memoria collettiva.
Strumenti per la gestione dell’ Eredità Digitale
Per affrontare queste sfide, è fondamentale pianificare in anticipo la gestione della propria eredità digitale. Il testamento digitale consente di regolare l’eredità digitale, stabilendo chi avrà accesso ai tuoi account online o decidendo il destino dei tuoi profili social dopo la morte. Inoltre, il Consiglio Nazionale del Notariato ha aggiornato il decalogo sull’eredità digitale, sottolineando l’importanza di preoccuparsi per tempo della destinazione di account, foto, software o criptovalute dopo la nostra morte.
La tecnologia e l’identità digitale
In conclusione, la tecnologia ha trasformato il nostro rapporto con la morte, creando nuove dimensioni dell’identità e della memoria. È essenziale sviluppare una consapevolezza digitale che ci permetta di gestire in modo responsabile la nostra eredità online. Questo a garantire che i nostri dati e profili siano trattati secondo le nostre volontà e nel rispetto delle implicazioni etiche e filosofiche.