fbpx

“Il follemente corretto – L’inclusione che esclude e la nascita della nuova élite” di Luca Ricolfi.

Il Follemente Corretto: Un’analisi sul linguaggio e la società italiana

Luca Ricolfi, attento osservatore della società italiana, presenta un nuovo volume dal titolo Il follemente corretto – L’inclusione che esclude e la nascita della nuova élite. Attraverso una rigorosa indagine semantica e sociologica, l’autore conia l’espressione provocatoria di “follemente corretto”, sulla scia del concetto già noto di “società signorile di massa”.

Quando il Verbo non anima più le parole, sotto i fiumi di parole
si diffonde un silenzio atroce. Ernst Jünger

Il Follemente Corretto

Che cos’è il follemente corretto?

Il follemente corretto si riferisce a un uso del linguaggio caratterizzato da neolingua e orrori grammaticali, come le femminilizzazioni forzate o l’uso della schwa. Questo linguaggio nasce con l’intento di non escludere nessuno, ma risulta spesso ridicolo e illeggibile. Ricolfi sottolinea contraddizioni come quella dell’Università di Trento, dove il rettore maschio è divenuto “rettora” per adeguarsi alla burocrazia del linguaggio inclusivo.

Una critica al politicamente corretto

Il libro si divide in due parti: nella prima, si analizzano i dogmi del politicamente corretto; nella seconda, si propone un’interpretazione storica di questo gergo. Ricolfi denuncia episodi gravi come i corsi aziendali ideologici rivolti a pubblici maschi, bianchi ed eterosessuali, e le minacce ricevute da J.K. Rowling per aver difeso il termine “donna”.

La nascita di una nuova élite culturale

Il follemente corretto diventa strumento di consolidamento per una nuova élite “culturale”, composta da “giusti” e “buoni”. Questa élite guarda dall’alto in basso le masse, incapaci di comprendere il linguaggio che essa stessa impone. La conseguenza è una crescente frattura sociale e il distacco delle classi popolari dalle tradizionali organizzazioni politiche di sinistra.

Un linguaggio che maschera l’inefficienza

Ricolfi denuncia l’ipocrisia di alcune istituzioni e aziende, che adottano il linguaggio inclusivo per acquisire prestigio morale senza affrontare i problemi concreti. Un esempio è Lufthansa, che elimina saluti tradizionali per apparire inclusiva, ma ignora problemi come ritardi o servizi inefficienti.

Il linguaggio come strumento di potere

Il linguaggio non solo descrive la realtà, ma la crea. L’uso ideologico di termini come “società patriarcale” dimostra un’incomprensione della realtà contemporanea e diventa un mezzo per riaffermare la superiorità di chi impone questo linguaggio.

Il ruolo della rete nella diffusione del follemente corretto

Il “sinistrese” degli anni ’70 e ’80 è stato sostituito dal follemente corretto, alimentato dalla rete, che amplifica narcisismo e isolamento. Le semplificazioni linguistiche, come il rifiuto di parole come “nero” o “nano”, testimoniano un approccio superficiale alle questioni sociali.

Una speranza per il futuro

Ricolfi chiude il libro sperando che il follemente corretto imploda sotto il peso delle sue contraddizioni. Tuttavia, l’autore è scettico, poiché questa neolingua sembra perfettamente adatta alla fase storica attuale, in cui l’isolamento sociale e il narcisismo sono dominanti.

tratto dalla recenzione di Nicola F. Pomponio