“Ogni ritratto dipinto con sentimento è un ritratto dell’artista, non del modello.” – Oscar Wilde
Il ritratto dipinto della celebre Dama del Pollaiolo, conservata al Museo Poldi Pezzoli di Milano, continua ad affascinare studiosi, artisti e visitatori. La recente attribuzione a Piero del Pollaiolo ha rinnovato l’interesse per quest’opera raffinata, che non rappresenta soltanto una donna, ma l’essenza profonda di un’epoca.
Il Ritratto dipinto della Dama del Pollaiolo
Il suo volto assorto, lo sguardo rivolto altrove, la postura contenuta: tutto racconta una malinconia silenziosa, non patologica, ma quasi filosofica. È l’immagine di un’interiorità trattenuta, di una bellezza che pensa, di un tempo che riflette su se stesso. Ma cosa si nasconde davvero dietro quei dettagli? Cosa ci dice oggi questa figura, se la leggiamo attraverso la lente dell’Omeopatia, della Medicina Cinese, e anche delle antiche visioni medievali?
Dante e la malinconia: l’anima in esilio
Persino Dante Alighieri – uomo profondamente radicato nel pensiero medievale e nel simbolismo interiore – toccò il tema della malinconia in più punti della sua opera. Nella Vita Nova parla del cuore “che piange”, e nella Divina Commedia, nel Purgatorio, descrive anime piegate dal ricordo e dalla pena interiore, come nel canto XIII:
«Io mi son colui che tenni ambo le chiavi / del cor di Federigo, e che le volsi, / serrando e diserrando, sì soavi…»
È una malinconia morale, spirituale, una malinconia che nasce dall’essere coscienti del proprio destino, dalla tensione tra terra e cielo, tra desiderio e limite. La Dama, con il suo volto sospeso tra pensiero e forma, potrebbe benissimo abitare una cantica dantesca, specchio di un’anima che medita e si trattiene.
Melanconia e bile nera: la visione umorale del corpo e dell’anima
Nel pensiero medico antico, la melanconia era legata alla presenza eccessiva della bile nera (melaina chole), uno dei quattro umori fondamentali del corpo umano, secondo Ippocrate e Galeno. Ogni umore era associato a elementi, stagioni, caratteri e inclinazioni dell’anima:
- Bile nera: elemento Terra – secca e fredda – associata all’introspezione, alla malinconia, alla riflessione, al genio ma anche alla tristezza.
L’individuo malinconico era visto come profondo, contemplativo, ma incline al dolore esistenziale. È il temperamento dell’artista, del pensatore, del visionario. La Dama del Pollaiolo incarna perfettamente questo tipo umano: elegante, riservata, assorta. Il suo sguardo non è apatico, ma pensoso; la sua rigidità non è freddezza, ma contenimento.
Lettura omeopatica: Sepia, la malinconia contenuta
In Omeopatia, la Dama potrebbe essere associata al rimedio Sepia, simbolo di una femminilità trattenuta, stanca delle pressioni esterne, bisognosa di ritrovare sé stessa. Sepia trattiene le emozioni, le trasforma in pensiero, si chiude per non disperdere la propria energia vitale. Una malinconia elegante, una solitudine cercata, simile a quella del temperamento melanconico classico.
Anche Natrum Muriaticum potrebbe essere evocato: la donna che non dimentica, che idealizza l’amore e il dolore, che si nasconde dietro una maschera perfetta.
Medicina Cinese: Fegato, Cuore e lo Shen che cerca equilibrio
In Medicina Tradizionale Cinese, la malinconia nasce da un blocco del Qi del Fegato, che trattiene emozioni, desideri, impulsi. Il Cuore e lo Shen (la mente spirituale) si sentono compressi. Il volto della Dama, in questa visione, mostra uno Shen presente ma disturbato, un equilibrio instabile tra Yin e Yang, tra contenimento e desiderio di espressione.
I simboli nascosti nel ritratto dipinto della Dama: il silenzio parla
Dietro la calma apparente dell’opera, si nasconde un mondo ricco di simboli silenziosi:
- Il profilo: idealizzazione, visione parziale di sé, come il volto che mostra solo ciò che può essere accettato.
- I gioielli e la capigliatura: peso dell’immagine sociale, rigidità, controllo.
- La geometria del vestito: armonia esteriore, forse in contrasto con il caos interiore.
- Lo sfondo neutro: vuoto fertile, spazio dell’anima in attesa, come la pagina bianca della memoria.
Il Ritratto dipinto della Dama del Pollaiolo: la malinconia come sapere dell’anima
Il Ritratto dipinto della Dama del Pollaiolo non è soltanto un volto femminile elegante, ma un archetipo senza tempo: il volto della malinconia che pensa, dell’anima che trattiene, del dolore che si fa bellezza.
Nella sua immobilità c’è il respiro silenzioso di una coscienza che si interroga.
Tra Omeopatia, Medicina Cinese, medicina umorale e poesia dantesca, questo ritratto dipinto ci insegna che la malinconia non è da curare, ma da ascoltare.
È il linguaggio invisibile dell’anima, quello che solo l’arte – e chi sa leggere oltre l’apparenza – può restituire con delicatezza e verità.