La Filosofia, un Amore Dimenticato
“Filosofia è amore per la sapienza o piuttosto amore che regala la sapienza?” (Emanuele Severino)
La Filosofia Dimenticata nella Società Moderna
Un tempo potevamo incontrarla, la filosofia, in qualche corso universitario o in qualche aula di liceo, in qualche libro circolante tra la gioventù istruita o in qualche pubblica discussione. Oggi non più, la Filosofia dimenticata, nella Società Moderna. La cultura socialmente riconosciuta è o iperspecialismo arido o chiacchiera infondata. Ciò che nelle università si chiama filosofia è, nel migliore dei casi, ermeneutica di testi o citazione erudita di pensieri, senza più domanda e responsabilità del vero, senza più comprensione significante dell’orizzonte storico.
La Crisi nei Licei e la Società Autoreferenziale
Nei licei in disfacimento le prime discipline di cui è collassato l’insegnamento sono state la storia e la filosofia. Il fatto è che una società plasmata dalla dinamica autoreferenziale dell’economia del plusvalore tende a spegnere ogni forma di autocomprensione e di strutturazione di significati, perché soltanto un’esistenza priva di riflessione e significato può sottomettersi alle modalità di vita imposte dall’economia, altrimenti invivibili, pseudosaperi (psicologici, sociologici, etnologici, epistemologici ecc.), a cui manca proprio una considerazione filosofica della realtà.
Filosofi Fraintesi e la Lingua Dimenticata della Filosofia
Al di fuori della dimensione propria del pensiero filosofico, del suo specifico spazio conoscitivo, d’altra parte, gli stessi grandi testi, tramandati al nostro tempo dalla storia della filosofia, non possono che essere fraintesi. Circolano così Platoni immaginari che credono negli iperurani, Hegel immaginari che considerano razionale ogni fatto storico, per non parlare di altri profondissimi filosofi, come Proclo ed Eriugena, Cusano e Jacobi, a cui nessuno attinge più nemmeno nominalmente. La filosofia è uno spettro che parla una lingua dimenticata.
Le Nozioni Fondamentali: Empirico, Trascendente e Trascendentale
La lingua è quella del dibattito, della discussione che non nega un centro ma non ne fa qualcosa di immutabile e ritiene possibile un motivato cambiamento in rapporto a tesi, antitesi e sintesi. Ad un giovane che chiedesse cosa occorre aver compreso per considerare la realtà da un punto di vista filosofico, si può rispondere con verità che basta aver compreso, nella loro intrinseca articolazione, tre sole nozioni: empirico, trascendente e trascendentale. Esse rappresentano, per usare in modo metaforico una nozione matematica, gli elementi fondamentali dello “spettro” della filosofia, in base ai quali è possibile ricostruire l’articolazione conoscitiva delle diverse posizioni filosofiche.
L’Apparenza Inganna
Il Nichilismo e il Rifiuto del Trascendentale
Il rifiuto del trascendentale è il nichilismo. Nichilismo, infatti, è l’assunzione di un esistere senza essere. Ma, poiché l’essere dell’esistere è il trascendentale, in quanto condizione universale della realtà, quindi del suo essere (distinto dall’esistere), il nichilismo, una quanto negazione dell’essere dell’esistere, non è che il rifiuto di assumere la realtà nella sua trascendentalità. E oggi questo è accaduto: il rifiuto di ogni trascendentalità, persi in un sonno totale e nichilista fatto solo di produzione e consumo.
riflessioni di Carlo Di Stanislao