Dino Zampacorta e la sua visione sul Pescara: «Sebastiani merita un attestato di stima»

L’opinione di Dino Zampacorta, broker assicurativo/finanziario specializzato

PESCARA – L’opinione di Dino Zampacorta, broker assicurativo/finanziario specializzato da oltre trentacinque anni nel mondo dello sport professionistico, per tracciare un bilancio sul momento del Pescara in questa pausa natalizia. E anche per ripercorrere le tappe della sua carriera professionale. Una lunga esperienza che lo ha visto sempre a stretto contatto con grandi campioni.

L’amicizia con Sebastiani

Dino Zampacorta è sicuramente un innovatore, nel mondo del calcio e non solo. Ad oggi annovera oltre settecento calciatori assicurati nel suo portfolio e numerose società intere. Ma è anche un personaggio dotato di grande carisma, divenuto una personalità di spicco sul panorama calcistico nazionale e anche oltre. Da pescarese e grande tifoso biancazzurro segue da vicino le sorti del Pescara. Inoltre è legato anche da un’amicizia ultraventennale con il presidente Daniele Sebastiani. Così com’è stato anche con i presidenti delle precedenti gestioni.

Una carriera di successo

La pausa natalizia è stata così l’occasione per tracciare un bilancio su questa prima metà di stagione dei biancazzurri. Ma anche per parlare della sua carriera. Che nel corso degli anni lo ha portato ad avere rapporti con tanti club. Zampacorta nel lontano 1985 entra a lavorare in un’agenzia assicurativa. Affermandosi successivamente in questo settore all’interno del mondo del calcio. Assicurando i calciatori dagli infortuni, che rappresentano un costante rischio per le loro carriere. Un’idea che ha riscosso un enorme successo. Ma Dino Zampacorta non è solo calcio e lavoro. Da anni ha creato un’associazione culturale, sportiva e ricreativa a scopi benefici e senza finalità di lucro. Organizza eventi artistici e musicali coinvolgendo artisti di successo come Albano, Fausto Leali, Riccardo Fogli e Adriano Pappalardo.

Il Milan di Berlusconi

Lui ha frequentato per anni anche Milanello ed era molto legato al Milan dell’allora presidente Silvio Berlusconi, che riuscì ad affermarsi in tutte le competizioni. Zampacorta per motivi professionali ha instaurato un bel rapporto con il Cavaliere e con Adriano Galliani. Ed ha avuto l’opportunità di lavorare a stretto contatto con grandi campioni. Infatti lui da più di trent’anni segue da vicino i ritiri delle squadre di calcio. Attestandosi anche a livello internazionale con società del calibro di Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco. Su questa scia dal 2015 è divenuto anche agente Fifa. Insomma, del calcio e dello sport non ne può proprio fare a meno.

Facciamo un bilancio di questa prima parte di stagione del Pescara. Biancazzurri campioni d’inverno, lei se lo sarebbe aspettato?

«Assolutamente no. È stata una cosa piacevolissima ma inaspettata. Non avrei mai pensato che potesse essere prima. Le qualità del mister (Silvio Baldini, ndr) le conoscevo, ma non mi aspettavo che in così poco tempo potesse assemblare un gruppo così solido e granitico».

Lei era all’Adriatico in occasione di Pescara-Ternana. In molti dicono che la Ternana ha un organico più forte del Pescara, lei che idea si è fatto?

«E’ chiaro che l’organico della Ternana è più attrezzato per puntare ad una promozione in serie B. La partita è capitata in un periodo in cui il Pescara non sta giocando come prima. Il Pescara in questo momento non è brillante come ad inizio stagione, è in lieve flessione e la Ternana è in ascesa. Il risultato è stato giusto».

Pensa che alla fine arriverà questo attaccante tanto reclamato dai tifosi?

«Io vado controcorrente. Non ragiono da tifoso ma cerco di rimanere uomo di calcio. Il Pescara ha bisogno di un difensore centrale. Pellacani e Brosco non possono fare quaranta partite. Se fai i play-off è come affrontare tre campionati. Abbiamo bisogno di un esterno basso di destra. E poi bisogna sostituire Lonardi. Io prima dell’attaccante farei prima queste tre operazioni. Il gol è un obiettivo di tutta la squadra. E poi prima di fare entrate bisogna prima fare le uscite».

Lei è molto legato al presidente Sebastiani, c’è davvero la voglia di cedere la società?

«L’amicizia che mi lega a Sebastiani va oltre il calcio. Lo conosco da prima che entrasse nel Pescara. Ma nel calcio contano i risultati. Ed ho avuto tante discussioni con lui. Ma quando c’è amicizia vera poi ci si ritrova. Sebastiani sta tirando la carretta da tredici anni, bersagliato da insulti. E non è facile per uno che è di Pescara. C’è un’atmosfera pesante. Se dovesse capitare una persona seria, si farà da parte. Ma non passerà la mano al primo avventuriero che semmai riporta il nostro Pescara al fallimento in breve tempo. Per questo darei un attestato di stima a lui».

Tornando alle sue origini. Come ha iniziato questa avventura nel mondo del calcio come assicuratore?

«Io come tutti i ragazzini innamorati del calcio avevo il sogno di fare il calciatore. Dicevano che ero molto bravo, ma mi sono rotto due volte il femore. A livello fisico ho avuto tanti problemi, così ho dovuto lasciar perdere il sogno di giocare a calcio. Ma è rimasta la passione. Io andavo a scuola con Vincenzo Vivarini, Edmondo De Amicis e Gabriele Ioannoni, attualmente allenatori di calcio e prima calciatori. All’epoca davo una mano ad una persona che aveva un’agenzia di assicurazioni. Il lunedì li vedevo sempre zoppicare, così proponevo sempre a loro una polizza. Ero una persona petulante. E loro per non sentirmi più alla fine hanno fatto le polizze. La loro sfortuna è stata la mia fortuna. Perché loro poi si sono fatti male ed io ho seguito tutto l’iter fino al risarcimento. Da qui ho iniziato a proporre le polizze anche ai loro compagni di squadra. Ma all’inizio giravo a vuoto, facendo davvero tanti chilometri. Poi in trent’anni sono riuscito ad arrivare a mille calciatori assicurati».

La sua attività lo ha portato anche a frequentare club importanti come il Milan. Che ambiente è quello di Milanello?

«Io assicurando i calciatori singoli e grazie alle mie conoscenze di dirigenti accumulate negli anni, ho iniziato ad assicurare le società intere di calcio. Ebbi La fortuna e l’onore di conoscere Gino Corioni, storico presidente di Bologna e Brescia, con il quale si instaurò un rapporto di amicizia forte e mi volle al suo fianco alla guida del Brescia calcio. Erano i tempi di Pirlo, Luca Toni, Hagi, Guardiola, Baggio ecc. Anni fantastici per me. Trascorrere ore e ore, ritiri fianco a fianco con un campione come Roberto Baggio non soltanto sul prato verde è un augurio che faccio a tutti i giovani di oggi. Da lì in poi conobbi Zamparini, Galliani, Moggi e tanti altri grandissimi dirigenti dell’epoca che notarono la mia serietà, caparbietà e voglia di fare, agevolandomi tantissimo nel mio lavoro. Ma io non mi limito solo all’assunzione di rischi sportivi. Sono un vero innamorato del calcio e vedo dalle 150 alle 200 partite l’anno negli stadi. Quando arrivai in questi ambienti mi sentivo un leone. Infatti io provengo da una famiglia di contadini. Frequento inoltre numerosi top club d’Europa, tra i quali Barcellona, Bayern Monaco, Real Madrid, atletico Madrid ecc. Mi sento importante pensando da dove sono partito. Annovero clienti anche nell’Inter, ma la mia famiglia da sempre è milanista. E il Milan resta la mia squadra del cuore. Poi ho tante amicizie anche all’interno della Roma e della Lazio. Io sono stato a visitare anche la bacheca del Real Madrid, impressionante. Lì c’è la storia del calcio, apprendi e conosci. Faccio 100-120 mila chilometri con la macchina ogni anno, più le tante ore di volo con gli aerei. Alla base c’è sempre il lavoro».

Lei era molto vicino anche a Berlusconi. Cosa ha apprezzato maggiormente della figura del Cavaliere?

«Io parlo di Berlusconi come uomo, non come politico. È un esempio di caparbietà, di managerialità, ma anche di ottimismo. Oltre che di scaltrezza e di simpatia. Per me è stato un modello, così come lo è stato Gino Corioni ».

29-12-2024 Daniele Rossi