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Luca D’Angelo, impresa salvezza con lo Spezia: «Una lunga rincorsa con un grande girone di ritorno»

Luca D’Angelo: Rinnovo contratto dopo l’impresa con lo Spezia. Premiato come miglior allenatore al “Gran Galà del calcio abruzzese”.

Luca D’Angelo: Rinnovo contratto dopo l’impresa con lo Spezia

Il volto rilassato di chi si sta godendo un po’ di giornate di relax al mare, nella sua amata Pescara. Meritato relax, vista l’impresa che è riuscito a compiere con la salvezza ottenuta alla guida dello Spezia in serie B.

Luca D’Angelo

Un risultato che a Luca D’Angelo è valso anche il rinnovo di contratto fino al 2027. E per lui è arrivato anche il riconoscimento come miglior allenatore al “Gran Galà del calcio abruzzese” da parte della Lnd Abruzzo.

Ma il tecnico pescarese le sue soddisfazioni se le era già tolte al Pisa. Complessivamente cinque stagioni trascorse nel club toscano, con la promozione in B nel 2019 e il terzo posto in campionato nel 2021-2022. Con il sogno della serie A che si infrange nella finale play-off persa contro il Monza.

Quest’anno è stato chiamato in corsa sulla panchina dello Spezia, che occupava il terzultimo posto in classifica. Riuscendo a condurre i liguri alla salvezza diretta con 44 punti alla fine del campionato.

Da calciatore D’Angelo è cresciuto nel Chieti. Con i neroverdi dopo il settore giovanile è rimasto dall’ ’89 al ’95. Poi dal 2001 al 2006 altra esperienza importante al Rimini. Con i romagnoli ha anche iniziato la sua carriera da allenatore.

Quest’anno a La Spezia un’autentica impresa per te, hai preso i liguri al terzultimo posto e li hai condotti alla salvezza diretta con la vittoria sul Venezia all’ultima giornata…

«Sì dai, è stata una lunga rincorsa. Avevamo problemi legati ad una squadra che aveva subito la retrocessione l’anno prima. Non si era calata nell’ambiente della B. Poi a gennaio con alcune mosse di mercato siamo riusciti a fare qualcosa con la squadra che è riuscita a fare un bellissimo girone di ritorno».

Hai avuto a disposizione una rosa che annovera elementi del calibro di Verde, Esposito, Falcinelli, ma che fino al tuo arrivo era entrata in un vortice di risultati negativi. Qual è stata la componente su cui hai puntato maggiormente per far rialzare la china alla tua squadra?

«Il valore dei giocatori era elevato, ma molti non si erano calati nell’ambiente della serie B. Ho cercato di far capire loro di dover cambiare registro. Contando solo il girone di ritorno, siamo arrivati sesti. Abbiamo fatto benissimo».

La società ti ha subito riconfermato ed hai firmato un triennale. Il prossimo anno su che basi si ricomincia? Ci si è posti un obiettivo maggiore rispetto alla salvezza di quest’anno?

«La serie B è un campionato molto duro. Vediamo appena inizierà il mercato e poi delineiamo l’idea. Adesso è prematuro».

Ti eri già tolto tante soddisfazioni in B alla guida del Pisa. Con i toscani hai anche sfiorato la A con quella finale persa ai play-off contro il Monza…

«Sì, è stata un’esperienza molto buona. In cinque anni siamo andati dalla C ad un passo dalla serie A. Sono state stagioni importanti sia per me che per il Pisa. Campionati dove non abbiamo mai rischiato di finire nelle zone basse. Poi quell’anno lì siamo arrivati terzi e abbiamo perso la finale ai supplementari».

Lo scorso anno sempre al Pisa per te arrivò quella mancata riconferma, che onestamente per quanto hai saputo dimostrare non meritavi. Tanto è vero che poi la società tornò sui suoi passi e ti richiamò dopo poche giornate di campionato…

«Sì, ma poi nel calcio certe dinamiche ci sono. La squadra era ripartita male ed era ultima. Poi arrivammo quasi ai play-off. I rapporti erano rimasti buoni e si pensava che il ciclo fosse concluso. Ho un ricordo bellissimo delle stagioni a Pisa».

A livello tattico in questi anni il modulo 3-5-2 è diventato il tuo marchio di fabbrica…

«A Pisa i primi tre-quattro anni abbiamo giocato 4-3-1-2. Io non sono un fanatico del modulo, mi adatto alle caratteristiche dei giocatori. È quello il mestiere dell’allenatore».

I tuoi inizi da calciatore nel Chieti. Con i neroverdi hai fatto il settore giovanile e poi ben sei stagioni. Che cosa ha rappresentato per te questa società?

«Sono stato tanti anni e sono stato bene. Con il patron Mancaniello e il dottor Garzelli come direttore sportivo. Ho avuto la possibilità di conoscere persone importanti per la mia crescita come Gianni Balugani, Ezio Volpi e Rossano Di Lello, che è stato prima mio compagno e poi il mio allenatore. Queste persone hanno contribuito alla mia crescita umana».

Altra esperienza importante nella tua carriera da calciatore è stata quella di Rimini. E sempre a Rimini hanno creduto in te facendoti iniziare la carriera da allenatore…

«Io sono stato undici anni, da allenatore e da giocatore. Siamo andati dalla C2 alla serie B. Come allenatore ho vinto il campionato Interregionale e siamo tornati tra i professionisti. Ricordo con affetto quegli anni in Emilia Romagna».

Visti i risultati che sei riuscito ad ottenere in serie B, Luca D’Angelo ci spera un giorno di allenare in serie A?

«Le cose vanno conquistate un po’ alla volta. Non ho la presunzione di dire che posso allenare in A. Lo deve decidere qualcun’altro Ora sto bene dove sto. Non è fondamentale per me, mi sentivo allenatore quando allenavo i ragazzini e mi ci sento adesso in B.

25-6-2024 di Daniele Rossi