Obiezione di Coscienza: in Abruzzo Abortire è Sempre Più Difficile

Obiezione di coscienza aborto in Abruzzo: ARCI Pescara denuncia ostacoli alla Legge 194 e IVG sempre più difficile.

Obiezione di coscienza aborto: IVG negata in Abruzzo

“Ti fanno ascoltare il battito fetale, poi ti negano l’aborto”: la denuncia di ARCI Pescara

Pescara – In Abruzzo abortire è sempre più difficile e spesso impossibile. Quanto accaduto all’Ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto, dove una donna è stata costretta ad ascoltare il battito fetale prima di vedersi negare l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), è solo l’ennesima dimostrazione di come l’obiezione di coscienza sia diventata una strategia sistematica per ostacolare l’applicazione della Legge 194/78 e limitare il diritto all’aborto.

“Abortire in Abruzzo è una roulette russa”: il 70,8% dei ginecologi sono obiettori

Secondo i dati ufficiali, nel 2022 il 70,8% dei ginecologi abruzzesi era obiettore di coscienza. Ma secondo le segnalazioni raccolte dalle associazioni del territorio, la percentuale oggi è ancora più alta.

Il risultato? Su 15 strutture ospedaliere, solo 7 garantiscono l’IVG, ma spesso con limitazioni, ritardi o pratiche scorrette. Ciò significa che molte persone gestanti devono spostarsi fuori regione o, peggio, ricorrere a metodi clandestini.

Benedetta La Penna (ARCI Pescara): “Obiezione di coscienza usata come arma contro la Legge 194”

“Quello che sta accadendo in Abruzzo è gravissimo”, denuncia Benedetta La Penna, attivista di ARCI Pescara e componente della Commissione Pari Opportunità regionale.

“L’obiezione di coscienza è diventata un’arma per sabotare la Legge 194 e negare un diritto fondamentale. Non parliamo di qualche caso isolato, ma di un problema sistemico che coinvolge intere strutture sanitarie.”

Secondo La Penna, il fenomeno ha assunto una dimensione preoccupante, trasformandosi da scelta personale dei medici a una vera e propria strategia istituzionale per impedire l’accesso all’aborto.

“Ospedali che non praticano IVG: obiezione individuale o sabotaggio di sistema?”

Il problema, sottolinea La Penna, non è solo il numero di medici obiettori, ma anche le pratiche scorrette adottate negli ospedali.

“Ci sono segnalazioni di donne a cui sono state date informazioni sbagliate sui tempi, altre che hanno ricevuto impegnative per visite ginecologiche con la dicitura ‘interruzione di gravidanza’, quando i tempi di attesa avrebbero fatto scadere i termini di legge.”

Si tratta di una strategia mirata a impedire, di fatto, l’accesso all’aborto legale.

“Se vuoi abortire, devi andartene”: l’effetto dell’obiezione di coscienza in Abruzzo

Le conseguenze di questa situazione sono devastanti. Chi vuole abortire deve spesso spostarsi fuori regione, affrontando viaggi costosi e stressanti.

“L’obiezione di coscienza individuale è diventata, nei fatti, una pratica di obiezione di struttura. In molti ospedali l’IVG non è garantita, lasciando le persone gestanti senza alternative”, spiega La Penna.

Molte donne sono costrette a rivolgersi a cliniche private o, nei casi più estremi, a percorsi clandestini che mettono a rischio la loro salute e sicurezza.

“Abortire è un diritto, non un privilegio”: l’appello di ARCI Pescara

“L’IVG non può essere un percorso a ostacoli, dove tutto dipende dall’ospedale in cui capiti. La Legge 194 deve essere applicata integralmente, senza ingerenze ideologiche o morali”.

ARCI Pescara continuerà a monitorare la situazione, raccogliere segnalazioni e denunciare ogni violazione.

“La Regione Abruzzo deve assumersi la responsabilità politica di garantire il diritto all’aborto, monitorando gli ospedali, garantendo che in ogni struttura ci siano medici non obiettori e impedendo pratiche scorrette. Non possiamo accettare che il diritto all’IVG venga negato o sabotato.”

Conclusione: La libertà di scelta non è negoziabile

Le istituzioni devono agire subito per garantire l’accesso all’aborto sicuro. Il diritto delle persone gestanti non può dipendere dalla volontà individuale dei medici.

ARCI Pescara si impegna a portare avanti questa battaglia affinché nessuna donna sia lasciata sola di fronte a una scelta difficile, ma necessaria.

La Redazione de La Dolce Vita
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