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Le lettere anonime e la personalità dell’anonimografo

La personalità dell’autore anonimo attraverso l’analisi grafologica delle lettere anonime, come descritto dagli esperti Buquet e Locard.

Personalità dell’Autore Anonimo: Analisi delle Lettere

Si definiscono lettere anonime tutti quegli scritti di cui si sia voluto mantenere l’anonimato e che comprendono: scrittura naturale (non artificiosa); scrittura non artificiosa, ma deformata da una circostanza accidentale; scrittura in corsivo corrente artificioso, tracciato con la mano destra; scrittura con la mano sinistra; scrittura in stampatello facendo o meno uso di righello; scrittura dattiloscritta; scrittura ottenuta con mezzo scrittorio trattenuto fra i denti; scrittura ad avanzamento verticale (facendo ruotare il foglio di 90° n.d.t.); scrittura ottenuta a mezzo di normografo o lettere trasferibili; scrittura ottenuta con ritagli di giornale. Sono questi i tipi di lettere anonime che si incontrano nella vita giudiziaria. Potrebbero esservene ancora di più complicati.
Così scriveva il perito grafologo Alain Buquet nel 1991 in un’edizione francese del trattato di perizia dei documenti manoscritti, tradotta in Italia nel 2007 (per Pioda Imaging).

 Personalità dell’Autore Anonimo: Analisi
La lettera anonima

Conservare l’Anonimato: Stampatello e Macchina da Scrivere

La lettera anonima, dal greco anonymos [ἀνώνυμος, senza nome, composto di ἀν con valore privativo e ὄνομα, ὄνυμα, nome] indica una missiva priva del nome del mittente e di cui non si conosce l’autore.
Prima della rivoluzione digitale i sistemi più usati per conservare l’anonimato erano principalmente lo stampatello maiuscolo e la macchina da scrivere.
Nello stampatello, in uso ancora oggi, le lettere vengono staccate e costruite anche in più parti, in un maggiore controllo del gesto grafico che favorisce la creazione di un testo con elementi scarsi di personalizzazione, frequenti, invece, nella scrittura corsiva spontanea.

Personalizzazione delle Macchine da Scrivere

Con il secondo sistema il compito di preservare l’anonimato era affidato ad una macchina, confidando nella scarsa personalizzazione della scrittura. In realtà la vecchia macchina da scrivere, con caratteri fissi, azionati da un sistema di leve e controllati nel loro spostamento da ingranaggi meccanici, con l’uso poteva accumulare una serie di piccoli difetti che conferivano una spiccata personalità delle scritture.

I caratteri erano soggetti ad usura, soprattutto quelli più usati; ad esempio, un carattere poteva battere accidentalmente contro un punto metallico o scontrarsi con il martelletto della lettera precedente non ancora rientrato in sede restando mutilato o ammaccato.

Spesso le vecchie macchine a martelletti erano, inoltre, lasciate alla portata dei bambini che si dedicavano ai loro primi esperimenti di scrittura, contribuendo notevolmente al loro invecchiamento ed alla introduzione di ulteriori elementi di personalizzazione.

Diffusione delle Lettere Anonime nel XX Secolo

Nella prima metà del secolo scorso le lettere anonime erano molto diffuse; il criminologo francese Edmond Locard (1877-1966) dichiarò di aver analizzato, a Lione, centinaia di casi di anonimografia.

Manuale di Polizia Tecnica

Anonimografi Abituali: Una Sindrome Patologica

Fra questi lo studioso distinse l’autore occasionale dall’anonimografo costante e abituale.
Nel primo caso, si trattava spesso di un moto interiore e di uno sfogo impellente, la cui spinta poteva anche essere quella di un desiderio di giustizia o di rivalsa.

Per l’anonimografo abituale Locard parlava di una sindrome patologica vera e propria, caratterizzata da prolissità, discorsi deliranti, graforrea e una tendenza alla reiterazione (impulso a spedire numerose lettere).

Fra altre caratteristiche il linguaggio osceno, come forma di sfogo di pulsioni represse, soprattutto da parte di coloro con un’educazione religiosa rigida, un appagamento interiore, legato a una forma di dipendenza simile al bisogno di ingerire continuamente bevande, di norma alcoliche (dipsomania), la modificazione costante della scrittura fino ad ottenere un secondo habitus grafico e la negazione della propria responsabilità, anche di fronte all’evidenza.

Personalità Isteriche negli Anonimografi

Nei casi di anonimografi donne, Edmond Locard riferiva di un quadro di personalità di tipo isterico, come anche avevano osservato Cesare Lombroso e Guglielmo Ferrero, per i quali molte isteriche scrivevano lettere prive di fondamento, finendo col convincersi delle proprie affermazioni.

La Donna Delinquente

Sono studi che, se pur datati e da collocare nel contesto storico di riferimento, risultano sempre interessanti e importanti da scoprire.

La Doppia Personalità dell’Anonimografo

In articoli più recenti, ad esempio, viene indagata la personalità doppia dell’anonimografo, perché da un lato si mostra amico della vittima, dall’altro lo inonda di missive minacciose (A. Gassiot e P. Moron, Anonimographie, in “Annales medico psychologiques”, 2002, n. 160).

A conclusione di questi cenni sparsi su un argomento che richiederebbe molte pagine e analisi approfondite di natura grafologica, psicologica e giudiziaria un riferimento a Cattiverie a domicilio (titolo originale Wicked Little Letters, 2023), una recentissima pellicola diretta da Thea Sharrock, liberamente ispirata a un bizzarro fatto di cronaca, realmente accaduto nel 1922 a Littlehampton, piccolo villaggio del Sussex, nel sud dell’Inghilterra, riguardante lettere anonime, di contenuto osceno, inviate a molti cittadini del paese.
Qui un’approfondita recensione:
https://www.doppiozero.com/verosimile-proposito-di-cattiverie-domicilio).

Cattiverie a Domicilio

Verità Psicologica dell’Autore Anonimo

Nessuno esibisce il suo vero Io più dell’autore anonimo.
 (Fabrizio Caramagna)

In queste parole una verità psicologica sull’unicità irripetibile e indistinguibile di ogni essere umano nei suoi grandi e piccoli gesti, nella voce, nel portamento e nel suo vergare parole, disegni e frasi su un qualsiasi materiale scrittorio.

* Per la parte sullo stampatello e la macchina da scrivere ho fatto riferimento, in seguito a consenso, a studi e articoli del dottore Raffaele Caselli, chimico e perito grafico.

Monica Ferri (grafologa)

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