Riavere un Addome Tonico: Soluzioni con il Chirurgo Plastico Umberto Scotti. Scopri come risolvere patologie dell’addome post-gravidanza.
Come Riavere un Addome Tonico
Affrontare i Cambiamenti dell’Addome Post-Gravidanza
Spesso, dopo una gravidanza, oltre alla gioia della maternità, ci si trova a fare i conti con un addome che non è più come prima. Da un piccolo peggioramento estetico si può passare fino a un cambiamento totale dell’aspetto, spesso con vere e proprie patologie associate. Alcuni di questi “problemi” possono essere ricondotti alla norma con una vita sana, dieta e attività fisica. In molti altri casi, ciò è impossibile e, addirittura, l’attività fisica peggiora i danni. E una cute poco elastica può portare all’addome pendulo e alla fuoriuscita dell’enria ombelicale.
Come si risolvono queste due patologie, che sono più che semplici inestetismi, soprattutto con riguardo all’ernia ombelicale?
Lo abbiamo chiesto al dottor Umberto Scotti, chirurgo plastico e vascolare abruzzese di grande esperienza, attualmente responsabile del servizio di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica e Flebologia del Gruppo Policlinico Abano, che in Abruzzo è presente con il moderno poliambulatorio Life Care, a Pescara.
Cambiamenti dell’Addome durante la Gravidanza: La Diastasi dei Muscoli Addominali
Dott. Scotti, cosa accade al nostro addome durante la gravidanza?
Nel corso della gravidanza i muscoli retti, che nella norma sono affiancati sulla linea mediana verticale dell’addome, tendono a divaricarsi, allontanandosi l’uno dall’altro. Questo processo si chiama diastasi. E genera una situazione che a volte si recupera, altre no.
Cosa può comportare la diastasi dei muscoli addominali?
A livello dell’ombelico, questo fenomeno può portare alla fuoriuscita di ernia, detta appunto ombelicale, e anche ad ernie più in alto o in basso. In questo caso, oltre allo sfiancamento con addome prominente, abbiamo a che fare con vere patologie.
Le Implicazioni delle Ernie e dell’Addome Pendulo
Quali problemi possono creare queste ernie?
Le ernie possono strozzarsi, imponendo una situazione chirurgica di urgenza.
E l’addome pendulo?
Oltre allo sfiancamento che provoca addome prominente e può provocare l’ernia, nel caso di cute poco elastica, si associa anche un addome pendulo, cioè un rilassamento cutaneo che scende verso il basso.
Come si risolvono eventuali ernie ombelicali o addominali e il problema dell’addome pendulo?
La soluzione a queste problematiche è chirurgica. Esistono molte tecniche, tutte valide, che saranno utili e risolutive solo dopo una corretta diagnosi.
Differenze tra Interventi Estetici e Curativi
Che differenza c’è tra un intervento sull’addome estetico e uno curativo?
La differenza tra un intervento sull’addome estetico o curativo è solo nella diagnosi, non nelle tecniche. Lo stesso tipo di intervento può essere fatto per migliorare l’aspetto estetico o per curare un ernia con diastasi. Questo rende un intervento mutuabile o no. Nel caso di patologie, come ernie, è possibile effettuare interventi con il sistema sanitario nazionale, perché la finalità non è estetica, anche se l’aspetto comunque migliora.
Questo tipo di intervento lascia cicatrici?
Una tecnica interessante ed innovativa, che utilizziamo da qualche anno, prevede, in caso di diastasi, associata o meno ad ernia, la possibilità di accedere dal taglio cesareo, evitando cicatrici aggiuntive. Questo consente di riparare tutta la parete sfiancata e riposizionare l’ombelico per stendere la pelle al di sopra. Ma è una tecnica praticabile quando non siamo in presenza di un addome pendulo associato. Tutto avviene endoscopicamente, dal di dentro. Anche in questo caso, se non vi sono patologie va considerato un intervento estetico, mentre in presenza di ernie o laparocele è un intervento che può essere effettuato in convenzione.
La novità di questa tecnica?
La caratteristica innovativa di questa tecnica è la mancanza di cicatrici aggiuntive. Normalmente infatti per curare un ernia epigastrica, cioè al di sopra dell’ombelico, o ombelicale o ipogastrica, al di sotto dell’ombelico, si incide sulla linea mediana dell’addome dove residuerà una cicatrice. Sappiamo che la cicatrizzazione è soggettiva, pertanto, esiste il rischio di una cicatrice ipertrofica, dunque molto visibile. Nel nostro caso invece si utilizza una cicatrice già esistente, di buona o cattiva qualità, inoltre in questo modo, è possibile asportare un po’ di pelle in eccesso nella zona dell’incisione.
Specialista in chirurgia plastica
Ricostruttiva ed in chirurgia vascolare