Il Primo Maggio la Festa del Santo Patrono: San Domenico
La Festa dei Serpari è uno degli eventi più significativi dell’Abruzzo, celebrata ogni primo Maggio nel pittoresco paese di Cocullo. Questa festa, che unisce le antiche radici pagane a elementi del culto cristiano, è un momento di profonda venerazione per il santo patrono San Domenico. Questa usanza sarebbe legata ai riti pagani dei Marsi, antico popolo italico.
Origini e Significato
La festa trae le sue origini da antichi riti pagani alla dea Angizia divinità, venerata dai Marsi per la sua protezione contro i serpenti velenosi. Per altri studiosi invece, la si deve attribuire alla mitologia di Eracle. Infatti nella frazione di Casale sono stati rinvenuti dei bronzetti votivi raffigurante proprio Eracle che, come si sa, strangolò nella culla i due serpenti mandati da Era per ucciderlo.
Tuttavia, nel corso dei secoli, il culto di San Domenico ha sostituito le antiche pratiche, diventando festa della sua celebrazione. San Domenico è protettore contro il mal di denti, i morsi dei rettili e la rabbia, attributi che lo rendono particolarmente venerato a Cocullo e Villalago.
San Domenico
San Domenico era un monaco benedettino di Foligno che attraversò il Lazio e l’Abruzzo fondando monasteri ed eremitaggi. A Cocullo si fermò per sette anni, lasciando un suo dente e un ferro di cavallo della sua mula, divenute delle reliquie.
Il Rito dei Serpari
Una delle tradizioni più caratteristiche della festa è la cattura e la successiva processione dei serpenti non velenosi. Questo rito ha radici antichissime e coinvolge esperti cacciatori di serpenti, i cosiddetti serpari, che per giorni si avventurano nelle montagne in cerca di rettili da portare in processione durante la festa.
La Figura dei Ciaralli e dei Serpari
Un aspetto affascinante della festa è la figura dei ciaralli, antichi incantatori di serpenti che, secondo la leggenda, avevano il potere di dominare i rettili e proteggere le comunità dalle loro minacce. Questi ciaralli sono considerati i precursori dei moderni serpari, che continuano a praticare l’arte della cattura e del rilascio dei serpenti durante la festa.
La figura del separo compare anche nell’atto III della tragedia dannunziana “La fiaccola sotto il moggio” (1905)
La Processione e i Riti Religiosi
La celebrazione inizia con la solenne processione della statua di San Domenico, accompagnata dalle serpi catturate e dalla partecipazione fervente dei fedeli. Durante la processione, le strade del centro storico si riempiono di devoti e curiosi che assistono al passaggio del santo.
I riti religiosi includono la distribuzione dei pani sacri, noti come ciambellani, in memoria di un miracolo attribuito a San Domenico.
Al termine della festa, la statua è riportata in chiesa, si assiste allo sparo dei mortaretti, si mangiano i pani sacri, i rettili vengono riportati al loro habitat naturale dai serpari.
La Campanella e La Terra come protezione
La mattina della ricorrenza, nella chiesa a lui dedicata, i fedeli tirano con i denti una catenella per mantenere i denti stessi in buona salute e poi si mettono in fila per raccogliere la terra benedetta che si trova nella grotta dietro la nicchia del santo. La terra sarà poi tenuta in casa come protezione dagli influssi malefici, sparsa nei campi per allontanare gli animali nocivi oppure sciolta nell’acqua e bevuta per combattere la febbre.