Una lama gentile: Senza Sangue di Alessandro Baricco
Quando ho letto Senza sangue di Alessandro Baricco, ho sentito una lama gentile attraversarmi il petto. È un romanzo breve, ma tagliente, intriso di vendetta, redenzione e silenzi lunghi come una vita. Una storia che solo una mano delicata e profonda avrebbe potuto trasformare in cinema. Eppure, sapere che dietro la macchina da presa c’è Angelina Jolie non ha acceso in me l’entusiasmo. Al contrario, ha risvegliato dubbi antichi, mai sopiti.
“L’arte è la menzogna che ci permette di conoscere la verità.” — Pablo Picasso
Tra pregiudizio e delusione: il cinema di Jolie
Non è solo una questione di pregiudizio — o almeno, mi piace pensare di no. Ma le precedenti prove da regista di Jolie non hanno mai mostrato un’autrice capace di trattare la complessità umana con la profondità che Senza sangue richiede. Film come In the Land of Blood and Honey (2011) e Unbroken (2014) volevano raccontare l’orrore e la resilienza, ma finivano per schiacciare ogni sfumatura sotto il peso di una retorica pesante e una messa in scena didascalica. C’era l’ambizione, sì, ma anche un certo compiacimento estetico che sembrava voler nobilitare il dolore senza davvero comprenderlo.
La posa e il pathos: l’autocompiacimento di By the Sea
Con By the Sea (2015), in cui dirige se stessa accanto a Brad Pitt, il problema si fa persino più evidente. Un film che avrebbe voluto essere intimo e struggente si è rivelato invece autoindulgente, incerto tra la posa e il pathos. Una vacanza malinconica vestita da dramma europeo, ma senza la sostanza che rende il cinema francese o italiano degli anni ’60 ancora oggi emozionante. Il risultato? Un film bello da vedere, ma vuoto da sentire.
Il rispetto che distanzia: First They Killed My Father
E poi è arrivato First They Killed My Father (2017), sicuramente il suo lavoro più solido e maturo, ma ancora intrappolato in un’estetica che, per quanto controllata, non riesce mai a farsi necessaria. L’impressione è che Jolie si avvicini al dolore degli altri con il rispetto che si deve a qualcosa che si guarda da fuori, mai da dentro.
Senza sangue di Alessandro Baricco: un rischio, non una promessa
Alla luce di tutto questo, l’annuncio che stia adattando Senza sangue suona come un azzardo. Perché Baricco scrive nel non detto, nei vuoti, nei silenzi tra una parola e l’altra. E Jolie, almeno fino ad oggi, ha sempre avuto bisogno di spiegare troppo, di mostrare tutto. È difficile immaginare il volto imperscrutabile di Nina — personaggio chiave del romanzo — senza che venga ridotto a un’interpretazione teatrale o, peggio, a un’estetica da copertina.
Il naufragio di Maria Callas: un’occasione mancata
Il tonfo di Maria (2023), in cui ha cercato di incarnare Maria Callas, è stato forse il colpo più duro. Un film che avrebbe potuto celebrare la potenza emotiva di una donna leggendaria, ma si è perso in una rappresentazione piatta e impersonale, incapace di restituire la passione e la tragedia che furono la linfa di quella voce immortale.
Quando Baricco vibra: Tornatore e Girard
Eppure, ci sono stati registi che Baricco l’hanno saputo ascoltare davvero. Il primo e più celebre è Giuseppe Tornatore, che con La leggenda del pianista sull’oceano ha trasformato Novecento in una fiaba epica e struggente. Il talento visivo di Tornatore si è fuso con la scrittura musicale di Baricco in un equilibrio raro, capace di commuovere e affascinare senza mai tradire lo spirito originale.
Anche Seta, nelle mani di François Girard, pur con qualche libertà, ha saputo rendere la delicatezza orientale e il silenzio erotico del romanzo. Una regia che ha scelto di suggerire piuttosto che spiegare, di trattenere invece che esibire, proprio come fa Baricco con le sue parole leggere e profondissime.
Baricco non si spiega: si ascolta
Questi registi hanno capito una cosa semplice e difficilissima: Baricco non si adatta, si interpreta. Non si conquista, si accompagna. La sua scrittura è un sottile equilibrio tra pensiero e poesia, tra carne e metafora. Chi la trasforma in immagini deve avere un rispetto quasi sacro per l’invisibile.
Senza Sangue di Alessandro Baricco: In attesa, ma con timore
Ecco perché, mentre attendo Senza sangue nella versione di Angelina Jolie, non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione che manchi qualcosa — o meglio, che manchi qualcuno in grado di vedere oltre la superficie. Per ora, rimango in silenzio. In attesa. Ma con più timore che fiducia.