Un po’ di storia della Grafologia
Un pò di storia della Grafologia. Nel trattato Idengraphicus nuntius del 1611 il napoletano Prospero Aldorisio annunciò al mondo la nascita di una nuova scienza da lui fondata e praticata, l’idengrafia. Il termine fu da lui scelto escludendo altre possibili denominazioni quali grafilogia, grammimanzia e grammirologia. La nuova disciplina avrebbe permesso di esplorare l’interiorità dell’uomo partendo dalle scritture autografe, segno visibile delle infinite particolarità individuali.
Il Primo Grafologo
Salvatore Ruzza ed altri studiosi hanno definito Prospero Aldorisio il primo grafologo in ordine di tempo (Salvatore Ruzza, Storia della grafologia, Libreria G. Moretti, Urbino, 1995).
Le fondamenta della sua opera risentirono del paradigma macro-microcosmo, in base al quale l’essere umano, le sue forme e le sue espressioni sono concepiti e osservati come sintesi dell’Universo.
Le Reazioni
Le reazioni al trattato degli intellettuali del periodo furono molteplici, e non tutte favorevoli. Il filosofo calabrese Tommaso Campanella, in un passo della Philosophia rationalis, rivendicò a sé la paternità della disciplina grafologica, descrivendo il contesto nel quale, ben dieci anni prima della pubblicazione aldorisiana, erano già nate le sue intuizioni grafologiche e accennando ad alcuni principi di interpretazione della grafia. Con toni decisamente polemici il domenicano accusò Prospero Aldorisio di essersi appropriato di idee non sue e averle diffuse a suo nome. Un vero e proprio presunto caso di plagio scientifico.
Le Scienze Curiose
Prospero Aldorisio visse nel secolo del grande vigore delle cosiddette scienze curiose (fisiognomica, metoposcopia, chiromanzia, onicomanzia) intimamente connesse al misticismo cabalistico, all’astrologia e all’alchimia.
Gli Studi
Negli studi di Aldorisio il gesto grafico divenne un codice in grado di esprimere una vivenza attraverso cui l’intus, l’interiorità dello scrivente, diventava manifesto rimanendo fissato in un segno (la scrittura) capace di rappresentare una traccia sempre viva del passaggio di un essere.
Con il Trattato come da una lettera missiva si conoscano la natura, e qualità dello scrittore (1622) del bolognese Camillo Baldi (1547-1634), professore di logica e metafisica dell’università di Bologna, si entra in una dimensione ufficiale della grafologia.
La Specificità
Il bolognese considerò varie specificità della scrittura attribuendo ad ognuna un tratto somatico e caratteriale, considerando anche vocabolario, stile, fraseggio e contenuto dello scrivente. Introdusse un requisito necessario per un’analisi di una scrittura: la necessità di esaminare più produzioni grafiche possibili di un soggetto al fine di valutare la variabilità grafica personale nel tempo, concetto che verrà approfondito e ripreso dalla grafologia moderna.
L’Intuizione
La lettera deve essere una missiva, cioè deve avere tutta la spontaneità del gesto grafico proprio di un tale tipo di testo. Scrisse nel suo trattato Camillo Baldi in un’intuizione attuale nella grafologia successiva per la quale la produzione grafica spontanea, tanto è più immediata, quanto più psicologicamente espressiva.
Le Scuole di Pensiero
Dopo questo periodo storico in Europa si svilupparono studi sempre più approfonditi ed indipendenti tra loro con la definizione di tre scuole di pensiero (francese, italiana e tedesca) che gettarono le fondamenta della attuale grafologia.
L’analogia tra Scrittura e Comportamento
Gli autori, approfondendo la materia autonomamente, giunsero comunque alla medesima deduzione, ovvero l’innegabile analogia tra scrittura e comportamento.
Sitografia
https://www.researchgate.net/publication/340659910_Prospero_Aldorisio_Il_modello_ermetico_Galileo_e_la_Santa_Inquisizione_in_Scrittura_Rivista_di_problemi_grafologici_n_172_2016_pp_51-76 https://www.francescorende.it/protografologia-problema-dei-precursori/ https://www.spels.it/storia-della-grafologia-2/
Monica Ferri (grafologa)
https://www.facebook.com/monichar52 https://www.ladolcevita.tv/tag/monica-ferri/
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