Vincenzo Marinelli: il presidente onorario del Pescara, ricordato con affetto da Sebastiani. Presenza costante e ispiratrice.
Vincenzo Marinelli: il presidente onorario amato dal Pescara
Vincenzo Marinelli: il presidente onorario amato dal Pescara. – E’ stato sempre al suo fianco. Fino alla fine. Non a caso Daniele Sebastiani aveva voluto nominarlo presidente onorario del Pescara. Vincenzo Marinelli è sempre stato una figura centrale della gestione Sebastiani. I due siedevano sempre vicini in tribuna all’Adriatico. E Marinelli spesso era presente anche nelle sedute di allenamento. Il Pescara domenica scenderà in campo con il lutto al braccio per la sua scomparsa. Squadra presente al gran completo alle esequie insieme al presidente Sebastiani. Il numero uno del sodalizio biancazzurro ha voluto ricordare il suo presidente onorario con affetto e commozione.
Il legame con Marinelli
«Se non c’eri tu, non sarei mai tornato», diceva spesso Marinelli al presidente Sebastiani. Ma in fondo lui dal Pescara non è mai andato via. Infatti è stato presidente del club biancazzurro negli anni ottanta, centrando la promozione in B nella stagione ’82-’83. Ma per Marinelli anche una lunga parentesi in azzurro, come dirigente accompagnatore della nazionale under 21. E dall’alto della sua esperienza era sempre prodigo di consigli con il presidente Sebastiani. Il primo che riusciva a sdrammatizzare nei momenti più difficili. Del resto il calcio è un po’ come la vita, un’altalena di emozioni contrastanti. Ma è tutta una questione di carattere e di carisma.
Presenza costante
E Marinelli di carisma ne aveva da vendere. Un’energia positiva che riusciva a trasmettere ai giocatori, ma anche ai dirigenti. Nel Pescara è stato una vera e propria guida. Ha voluto essere presente fino a quando le sue condizioni di salute glielo hanno consentito. Negli ultimi tempi si muoveva in stampelle in tribuna. Anche quando Zdenek Zeman è stato costretto all’addio per motivi di salute nello scorso dicembre, lui è voluto andare a salutarlo al campo Ughetto di Febo di Silvi sulla sedia a rotelle.
Un padre per tutti
Un padre per tutti i giocatori e un esempio per i dirigenti e per tutti quelli che si avvicinano al mondo del calcio. Adesso quel posto in tribuna vicino a Daniele Sebastiani rimarrà vuoto. Ma al presidente certamente torneranno in mente le sue lezioni di vita. E quelle frasi sussurrate a bassa voce, mentre davanti scorrono infinite storie di calcio.
Vincenzo Marinelli è stata una figura centrale nel suo Pescara. Fin dall’inizio lo ha scelto come presidente onorario. Cosa ha rappresentato questa figura per lei?
«Intanto c’è un rapporto di amicizia che dura da anni e che è iniziato da un rapporto di lavoro. Ed era un‘amicizia vera. Lui non veniva più allo stadio. Io lo convinsi a ritornare e gli diedi la carica di presidente onorario. Aveva un amore grande che era il Pescara. Abbiamo vissuto questi sedici anni insieme vivendo momenti belli e meno belli. E proprio quei momenti meno belli lui li viveva con un’angoscia incredibile. Marinelli ti dava la carica. Io penso che nessun’altra persona con quegli acciacchi avrebbe reagito come ha reagito lui. Quando si fece male Spinazzola in nazionale lo chiamò e gli disse di sbrigarsi a recuperare, altrimenti avrebbe fatto prima lui a rimettersi in piedi».
Marinelli è sempre stato una presenza costante. Io lo ricordo sempre vicino a lei in tribuna e anche durante le sedute di allenamento. Qual era la sua qualità più grande?
«Innanzitutto la grande grinta che aveva, trasmettendo la voglia di fare. Ti raddrizzava la giornata. Sprizzava ottimismo guardando al futuro. Era una persona unica. Io con lui ho avuto la stessa sensazione che gli italiani hanno avuto con Berlusconi. Berlusconi era invincibile, per me era immortale. Non pensi mai possa morire una persona così. Vincenzo con i ragazzi è stato straordinario, li tirava su. Era stato vicino anche a Zeman quando non stava bene».
Fu proprio lei a nominarlo presidente onorario e a riportarlo nella Pescara calcio. Società da lui presieduta negli anni ottanta e che ha da sempre fatto parte della sua vita. Come accolse Marinelli la sua proposta?
«Lui certe cose non le dava a vedere. All’inizio pensava di dare fastidio, ma era felice come un bambino perché era rientrato nel suo Pescara. Stava insieme ai ragazzi ed era un piacere averlo con noi».
Veniamo alla squadra. Momento d’oro per i biancazzurri: quattro vittorie consecutive e imbattibilità in campionato. Gran parte del merito va ascritto a Silvio Baldini, che è stato capace di restituire entusiasmo alla piazza. Qual è la caratteristica che più ha apprezzato nel tecnico, vedendolo lavorare tutti i giorni?
«La passione con la quale fa il suo lavoro. Se dipendesse da lui starebbe al campo dalle otto di mattina alle otto di sera. Ha una grande voglia di lavorare e di fare. Dal primo giorno ha parlato di una piazza particolare, ha parlato di magia. Lui ha qualità morali come pochi altri».
Domenica la trasferta di Lucca, il Pescara giocherà con il lutto al braccio nel ricordo di Marinelli e non vorrà di certo fermarsi qui. Che partita vi aspetta?
«Il lutto al braccio penso sia il minimo. Sarà una partita difficile perché questo girone B è il più difficile di tutti. Ci sono tante squadre che hanno organici importanti. Noi le dobbiamo affrontare con la determinazione».
Sul fronte societario si continua a parlare di cessione. Il nome nuovo è quello della Deloitte, advisor milanese. È una trattativa reale?
«Deloitte purtroppo esce fuori da gente che non sa di cosa parla. Deloitte è un advisor quindi non potrà mai comprare una società. Ma se trova un investitore saranno loro che faranno la due diligence. Ci sono trattative che sto portando avanti personalmente, quando ci sarà la due diligence si troverà un advisor».
26-10-2024 Daniele Rossi